Cronaca / Como città
Mercoledì 03 Giugno 2020
La app anti contagio entra in funzione
Nel team anche un ex studente comasco
Se ne parla da mesi, ma adesso si può scaricare - A giorni sarà operativa: ecco a cosa serve e come funziona - Ex studente della Magistri. «Una gioia lavorare qui»
C’è un talento comasco nel team che ha creato Immuni, la app di tracciamento dei contatti per combattere la diffusione del coronavirus. App di cui tanto si discute in questi giorni e che può essere già scaricata.
Si chiama Valerio Castelli, ha 28 anni ed è un ex studente della Magistri Cumacini. Dopo la laurea ha cominciato a lavorare per la Bending Spools, per cui ha appunto contribuito a far nascere Immuni.
La app (che può essere scaricata su iPhone e telefoni Android) serve ad avvertire gli utenti potenzialmente contagiati in modo tempestivo, anche quando non hanno sintomi. Avvisa infatti se si è entrati in contatto con una persona che risulta positiva. Così si chiama il proprio medico, combattendo il possibile insorgere del virus, e ci si isola evitando di contagiare a propria volta.
Si parte lunedì prossimo in Puglia, Marche, Abruzzo e Liguria; la Lombardia verrà coinvolta nei giorni successivi, ma la app si può facilmente già scaricare sul telefono. Serve solo questo, inserendo regione e provincia.
Il sistema è basato sulla tecnologia Bluetooth. Importante per la privacy: non significa dare accesso ai propri spostamenti (non utilizza dati di geolocalizzazione), né si cedono dati personali. Detto in altro modo, Immuni determina l’avvenuto contatto tra due persone, ma non chi siano o dove. Bending Spools ha fatto un esempio per chiarire, partendo da due ipotetici utenti, Alice e Marco, che installano la app. Quando la prima si avvicina al secondo, il suo smartphone registra nella memoria il codice casuale dell’altro, così mantiene traccia del contatto (durata e distanza approssimativa). Se Marco risulterà poi positivo al coronavirus, potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche (segrete, per semplificare) da cui è possibile derivare i suoi codici casuali. L’app di Alice troverà proprio il codice casuale di Marco – spiega Bending Spools -, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, avvertirà Alice.
Per Valerio Castelli una soddisfazione che nasce da un percorso di studi e professionale preciso, nonché da una vera e propria passione per il mondo delle app. La scintilla scoccò nel 2007, quando Apple presentò il primo iPhone, spiega. E aggiunge: «Da allora ho seguito da vicino la crescita dell’economia delle app, prima come hobby e poi come parte del mio percorso professionale».
Castelli, dopo aver frequentato il corso di Informatica dell’Itis Magistri Cumacini di Como, ha proseguito gli studi scegliendo Ingegneria informatica al Politecnico di Milano. Dopo di che ha lavorato per la società Bending Spoons. Anzi «la conobbi – precisa - tramite il mio correlatore di tesi. Avevo da poco terminato gli studi quando me ne parlò; fui molto colpito dalla professionalità e dalla dinamicità del team, per cui decisi di inviare una candidatura. Fortunatamente andò bene».
Così dal luglio 2018 lavora in Support Tools: «È il team di Bending Spoons che realizza gli strumenti con cui i nostri sviluppatori di app lavorano e che sviluppa i servizi backend che permettono alle nostre app di funzionare. È stato un percorso meraviglioso, e non potrei essere più felice di lavorare qui!».
Castelli non si occupa direttamente di scrivere il codice delle app, ma il software a cui lavora è alla base di molte di esse. Qualche esempio? «Da 30 Day Fitness, un’applicazione che agisce da personal trainer per allenarsi a casa propria – racconta - a Splice, un’applicazione di video editing professionale per creatori di contenuti». La direzione che spera di seguire è molto affine all’esperienza di Immuni: «Ho sempre trovato affascinante il connubio tra app e diagnostica medicale. Credo che il panorama dei dispositivi indossabili abbia molto potenziale, e mi piacerebbe realizzare qualcosa in questo senso in futuro».
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