La città è blindata, ma ottanta ultras sfuggono alle forze dell’ordine beffando la Questura. Ecco com’è andata domenica

Gli scontri Ottanta modenesi non scendono dal treno a Grandate, arrivano a Borghi e girano indisturbati per la città. Ad attenderli in viale Varese un centinaio di comaschi. Poliziotti senza scudi e caschi costretti a dividere i violenti

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Nella città blindata che da settimane si preparava a scongiurare scontri in vista di Como-Modena, ottanta ultras emiliani aggirano posti di blocco e controlli e passeggiano indisturbati per un quarto d’ora in giro per la città. Fino a incontrarsi o, meglio, scontrarsi con un centinaio di supporter lariani. Costringendo una decina di agenti di polizia, alcuni dei quali obbligati a intervenire d’urgenza senza neppure i caschi, a mettersi di mezzo per dividere gli ultras impegnati a tirarsi pugni e asta della bandiera in testa. Impedendo che la rissa finisse con contusi e feriti.

Cosa non ha funzionato, questa volta, nel servizio di prevenzione?

La ricostruzione

Tutto nasce dalla decisione di un gruppo di tifosi modenesi di lasciare l’auto a Rovello Porro e prendere il treno per raggiungere Como. Gli ospiti si erano lamentati, in occasione dell’ultima trasferta lariana, di aver avuto danni alle auto e quindi non volevano arrivare fino in città.

Anziché scendere a Grandate, dov’erano pronti i pullman per il trasferimento in sicurezza di tutti i 500 sostenitori emiliani verso il Sinigaglia, un’ottantina di ultras hanno deciso di restare a bordo del convoglio in direzione città. Temendo una mossa simile, il servizio di sicurezza predisposto dalla Questura aveva piazzato pattuglie in osservazione alla stazione San Giovanni e a quella a Lago. Ma gli ottanta sono scesi a Borghi. Dove nessuno li aspettava.

È stato un agente libero dal servizio a vedere il gruppo di sostenitori e allertare immediatamente i colleghi della Questura. Una squadra del reparto mobile è quindi partita in sirena alla volta della stazione, ma nel frattempo i modenesi avevano già cominciato a marciare verso il Sinigaglia. Un buon quarto d’ora a piedi per le strade del centro, fino a viale Varese dove ad attenderli c’erano un centinaio di comaschi (il sospetto è che l’incontro non sia stato casuale, ma che le due tifoserie si fossero date appuntamento).

Il post partita

Solo a questo punto agenti delle voltanti e la squadra del reparto mobile ha raggiunto gli ultras. E, va subito detto, i poliziotti sono intervenuti sotto una pioggia di sassi per scongiurare il peggio. Gli agenti della celere hanno effettuato la carica nei confronti dei comaschi, respingendoli verso viale Cavallotti.

Gli ottanta modenesi, forse per evitare ulteriori tensioni, anziché essere portati in Questura per venire identificati per rissa, sono stati caricati su un bus e accompagnati allo stadio dove hanno potuto vedere la partita.

La gestione del post triplice fischio dell’arbitro è, invece, andata decisamente meglio rispetto al passato. Si è provveduto a fermare il traffico in punti differenti, consentendo così un deflusso molto più veloce dei bus alla volta di Lazzago. Ultima beffa della giornata, il passaggio gentilmente offerto via treno ai modenesi che avevano parcheggiato a Rovello Porro: il primo convoglio di passaggio da quella stazione sarebbe partito dopo un’ora, la Questura d’accordo con il capotreno ha aggiunto una fermata extra del diretto per Cadorna.

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