Cronaca / Como città
Domenica 02 Febbraio 2025
La comasca Braga e il centro in Albania: «Migranti senza nemmeno un avvocato»
Politica La capogruppo del Pd visita la struttura sotto accusa: «Un fallimento del governo». «Ci sono persone fuggite dopo aver subito torture, l’Italia le porta avanti e indietro in nave»
Le cronache nazionali degli ultimi giorni stanno raccontando la vicenda dei 43 migranti trasferiti nel nuovo centro in Albania realizzato dal governo Meloni che ora, in base alla decisione della Corte d’Appello di Roma devono tornare in Italia in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea sui criteri in base ai quali un Paese di provenienza sia o meno sicuro. E proprio nel centro di Gjader è stata la parlamentare comasca e capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga che ha documentato la sua visita sui social poco prima del decollo per il rientro da Tirana.
Braga racconta di aver incontrato alcuni migranti bocciando il “modello Meloni”: «Da quanto sono iniziati i viaggi – spiega – abbiamo sempre garantito come parlamentari una presenza attraverso una staffetta. Ieri (venerdì, ndr) sono andata anche io e abbiamo avuto modo di vedere da struttura e di parlare con i migranti che adesso tornano indietro. Personalmente ho incontrato otto egiziani e 19 bengalesi. Per prima cosa abbiamo ascoltato le loro storie di torture in Libia prima e odissea in mare poi e inoltre ci siamo concentrati sul capire se in questa procedura accelerata per il rimpatrio venisse garantito il diritto alla difesa nella pratica per il riconoscimento del diritto di asilo, se avevano chiaro cosa sarebbe successo e se avevano avuto modo di farsi assistere da un avvocato. Nessuno ci ha detto di aver parlato in videoconferenza con un avvocato». Braga racconta le storie di chi «è scappato dall’Egitto per andare a lavorare in Libia per restituire un prestito, ma per ridare i soldi agli aguzzini si è ritrovato nell’incubo delle prigioni libiche».
La parlamentare comasca spiega poi perché il sistema in Albania «non funziona assolutamente» dicendo che «hanno cambiato la norma sostenendo che si doveva esprimere la Corte d’Appello, ma sono state confermate le sentenze perché si sta parlando di normative europee e inoltre, si portano avanti e indietro su una nave militare persone torturate mentre il torturatore libico Almasri è stato liberato e riaccompagnato a casa dal Governo a spese dello Stato». La deputata sottolinea come le rimangano «negli occhi gli sguardi dei ragazzi che ci hanno raccontato la loro odissea in mare e le torture subite in Libia, persone che in questi giorni non sono riusciti a parlare nemmeno una volta con un avvocato» e racconta come il centro sia isolato da tutto, circondato da un fossato e da alte barriere.
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