La community delle mamme inglesi a Como: «Oggi siamo 400»

L’iniziativa Dall’idea di un gruppo Whatsapp nato 5 anni fauna storia di amicizia e autentica integrazione

Da un piccolo gruppo di una manciata di mamme a quasi quattrocento famiglie connesse per socializzare, integrarsi, organizzare laboratori ed eventi e vivere la città sotto un altro punto di vista, fatto di accoglienza e solidarietà. È questa la storia di “The Nest Como”, un international family hub creato da due donne, Ghida Basma e Charly Camerer, che nell’arco di pochi anni si è espanso ben oltre le aspettative.

Tutto è nato da un gruppo whatsapp, “Como mums connected”, rivolto inizialmente soprattutto a donne straniere e arrivate da poco in città, con poche conoscenze e a volte una scarsa padronanza della lingua, così da aiutarle a integrarsi e a relazionarsi. «Abbiamo fatto questa iniziativa quasi cinque anni fa prima del Covid – racconta Ghida -. Io sono inglese libanese e la mia socia è tedesca. Quando lei si è trasferita qui, aveva un figlio di un anno e non aveva amici. Io ho partorito in Inghilterra e poi mi sono trasferita a Como, mi sono resa conto che quando sei una nuova mamma serve avere qualcuno su cui poter contare. Così ci siamo trovate con altre mamme e abbiamo fondato un gruppo per incontrarci e far giocare i bambini, tra di noi parlavamo inglese. Durante la pandemia è stato fondamentale: non si poteva uscire, ma almeno avevamo questo contatto. Piano piano si sono aggiunte anche altre mamme e ora siamo a quasi 400 famiglie, una cosa incredibile».

All’interno ci sono sia italiani e stranieri. «Per l’integrazione è servito tantissimo – aggiunge Ghida – per una nuova famiglia he arriva qui e non conosce nessuno, anche solo per abituarsi alla città, è importante. Non solo stranieri, ma anche italiani che arrivano da altre parti. Ci sono anche mamme che vogliono che i figli parlino inglese, è molto utile. Abbiamo iniziato anche a organizzare eventi, come pranzi, laboratori per i bambini, pic-nic, e per le mamme. L’idea è cresciuta tantissimo con il passaparola. Il gruppo è molto importante anche per consigli, funge da guida: ad esempio per scegliere un dottore che parla inglese, per un consiglio sulla scuola da frequentare». E rimarca ancora: «Abbiamo anche organizzato uno scambio dove le mamme prendono le cose e scambiano con altri quasi gratuitamente, se non un contributo volontario per sostenere i costi. Vogliamo incoraggiare le persone a non buttare ma scambiare, anche per la sostenibilità. Io e Charly abbiamo iniziato a fare anche laboratori per bambini piccoli. La soddisfazione è vedere come le famiglie partecipino tutte insieme, le mamme ringraziano perché per loro è molto utile per integrarsi nella comunità». Un’idea nata quasi per caso ma che, ora, rappresenta un punto di riferimento per tantissime famiglie della città.

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