La compagna lo accusa: «Ha abusato di una bimba». Professore condannato a 4 anni di cella

Le sentenza I giudici della Cassazione hanno giudicato l’uomo colpevole di violenza sessuale. Nel 2017 aveva molestato la figlia di soli quattro anni di una coppia comasca, amici di famiglia

Lo deve ai dubbi atroci e tormentati dell’ex compagna di vita, se dovrà trascorrere i prossimi quattro anni in un carcere. La Corte di Cassazione, al termine di un iter processuale particolarmente tortuoso, ha definitivamente condannato un professore universitario per violenza sessuale ai danni di una bambina, figlia di una coppia di amici di famiglia. Lei, come i genitori, comasca. E proprio a Como sono avvenute le molestie sessuali costate quattro anni di condanna.

Lui è Pierluigi Alari, 54 anni, bresciano. Che a Como, in Tribunale, venne condannato a ben 7 anni e 8 mesi di reclusione. Pena abbondantemente limata al ribasso, ma che ha resistito a tutti i tentativi della difesa di cancellarla.

Vicenda umana e processuale da risvolti drammatici, quella che, prima della sentenza definitiva, è passata per ben due volte sia davanti ai giudici della Corte d’Appello che da quelli della Cassazione. Ma prima di spiegare l’iter, bisogna concentrarsi sulle accuse. Vittima una bimba di 4 anni che, ai genitori, ha raccontato di certe attenzioni ricevute dall’amico di mamma e di papà. Amicizia stretta e di lunga data. Almeno fino a una domenica sera di inizio autunno del 2017. La piccola, parlando con la madre, racconta di tre episodi nel corso dei quali l’amico di famiglia l’avrebbe molestata.

La denuncia

I genitori, sconvolti, prima di formalizzare denunce vogliono essere sicuri. Quindi fanno passare qualche giorno, poi la mamma decide di confidarsi con la sua amica, la compagna di Alari. La quale, nel corso della sua testimonianza in Tribunale a Como, dirà: «La rivelazione pur se mi ha scioccata non l’ho trovata impossibile. Ho subito creduto» al racconto della bimba.

Solo a questo punto i due genitori si rivolgono alla sezione soggetti deboli della squadra mobile di Como. Parte così l’indagine che porterà poi ai vari processi. Indagine in cui la compagna di allora dell’indagato svolgerà un ruolo importante: la donna, infatti, non rivelerà nulla delle confidenze fatte dall’amica e così quando i poliziotti perquisiscono casa e analizzano il computer del professore, ecco spuntare fotografie catalogate come “pedopornografiche” (per le quali l’uomo è finito in carcere).

Dubbi sull’incidente probatorio

La bimba sarà sentita in incidente probatorio, ascoltata dal giudice delle indagini preliminari insieme a una psicologa per verificare il suo ricordo o il suo racconto sulle confidenze fatte alla madre mesi prima. Su quell’incidente probatorio la Cassazione ha avuto da ridire, dal punto di vista della procedura più che del contenuto. E così ha cancellato una prima condanna in appello. I cui giudici però hanno confermato la sentenza, dando molta importanza ai dubbi avanzati dall’allora compagna di vita dell’imputato.

Il caso è dunque tornato davanti alla Cassazione. E questa volta la sentenza di secondo grado ha passato il vaglio definitivo. E così l’uomo è stato condannato a scontare i prossimi quattro anni in un carcere.

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