La donna accusata di essere la mantide: «Facevo solo massaggi, erano loro che si spogliavano»

Il processo Tiziana Morandi respinge le accuse di aver addormentato e rapinato almeno 9 clienti. «Alcuni uomini volevano di più, mi palpeggiavano e me li trovavo nudi all’improvviso»

«Cosa faccio nella vita? Oggetti in cera e massaggi, due o tre volte al giorno. Ma alcuni clienti volevano da me qualcosa di più di un massaggio... Mi sono trovata clienti improvvisamente nudi, altri che mi hanno palpeggiata, ma li ho sempre allontanati rifiutandomi di fare quello che pretendevano. Facevo solo massaggi». Tiziana Morandi ha risposto a tutte le domande dell’accusa, una per una, nel processo che la vede imputata come presunta “mantide della Brianza”, donna che avrebbe somministrato dei farmaci per intontire i clienti e poi rapinarli.

Lei respinge le accuse

La quarantanovenne cresciuta a Rebbio deve rispondere a ben 19 capi di imputazione. L’udienza di venerdì scorso, dopo l’ascolto degli ultimi due testimoni della pubblica accusa che ancora non si erano presentati in aula, è stata a lungo dedicata (tre ore) alle domande del pubblico ministero Carlo Cinque cui la Morandi ha risposto punto per punto, senza mai tradire un inciampo. Facendo anche i nomi di chi l’avrebbe molestata.

La quarantanovenne di Rebbio, ha risposto che alcuni dei suoi clienti già assumevano benzodiazepine per problemi di ansia, che uno era stato male perché era un assuntore di cocaina e certo non per i massaggi, che un altro aveva vomitato dopo essersi spaventato alla vista dei suoi cani. Un passaggio importante è stato anche quello legato alle foto della Morandi sui social, che mostravano una donna molto diversa da quella che è comparsa in aula per rispondere alle domande del pm. Ma anche su questo punto la presunta “mantide della Brianza” è stata lucida: «Io ero così – ha detto Tiziana Morandi al pm – Pesavo 47 chili, poi sono finita in cella e il carcere mi ha rovinato, prendo cortisone...».

Nuova udienza a luglio

L’udienza si è protratta fino alla sera, poi è stata rinviata a luglio quando la Morandi dovrà nuovamente rispondere alle domande questa volta del controesame, fatte dal suo avvocato Alessia Pontenani. Poi toccherà ai testimoni della difesa cercare di portare elementi a favore della donna cresciuta a Como ma che da qualche tempo viveva a Roncello, nella provincia di Monza Brianza.

Ricordiamo che erano nove le presunte parti lese che erano state individuate dalla procura ma una sola si è presentata in aula, costituita come parte civile. Secondo quella che è la tesi accusatoria ora al vaglio dell’aula – la Morandi non ha voluto fare riti alternativi - la comasca prima avrebbe circuito le vittime conosciute in diversi modi, anche su Facebook, poi avrebbe somministrato loro dei farmaci per intontirle ed in seguito rapinarle. Su tavolo le contestazioni parlano come detto di rapina ma anche di lesioni e di utilizzo indebito delle carte di credito. Sarebbero nove le persone raggirate che in precedenza sarebbero state anche narcotizzate. Vittime che hanno età diverse, andando dagli 80 anni e oltre fino a nemmeno 30 anni. Tutti però hanno parlato di quella bibita bevuta in compagnia, oppure di un te, e poi di non ricordare più nulla trovandosi però senza oggetti preziosi, catenine d’oro, soldi.

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