Cronaca / Como città
Giovedì 23 Gennaio 2025
La frana di Civiglio: «Dopo otto mesi noi ancora ignorati»
La protesta Quartiere diviso a metà e con grandi disagi. Don Fasola: «Trattati come se fossimo un altro Comune». Sartorello: «Sempre più scoraggiati. Ci faremo sentire»
Otto mesi dopo la frana di un terreno privato che ha bloccato la via dei Patrioti, a Civiglio, di fatto spaccando a metà il quartiere, nulla ancora sembra muoversi. Il Comune si è attivato, dopo che il termine fissato per l’intervento del privato responsabile dell’accaduto è stato superato senza nulla di fatto, e ha stanziato la somma necessaria a rimettere in sicurezza il tratto stradale (300mila euro in totale). Due giorni fa è stato approvato il progetto per le indagini geognostiche sulla zona interessata dallo smottamento. Ma i lavori ancora non sono iniziati.
«Timore per le tempistiche»
«Abbiamo letto le parole dell’assessore e sembra che tutto stia avvenendo secondo il cronoprogramma, noi però ci troviamo in queste condizioni da otto mesi e tra i cittadini c’è molto scoraggiamento», racconta Antonio Sartorello, portavoce dei residenti nel quartiere. Se tutto procede secondo le tempistiche previste, la strada dovrebbe essere riaperta a maggio. Ovvero un anno esatto dopo l’accaduto. «Non siamo cittadini di un altro Comune, anche se a volte sembra che le cose stiano così - incalza il parroco del quartiere, don Alberto Fasola - Chiediamo che il cronoprogramma venga rispettato, ma abbiamo chiesto anche altre forme di aiuto che, finora, non sono arrivate».
Tra queste figura, per esempio, la possibilità di mettere in sicurezza il tratto di via dei Patrioti colpito dalla frana, al fine di permettere lo spostamento a piedi dei cittadini che devono raggiungere la fermata dell’autobus numero 5, che in venti minuti collega il quartiere al centro della città. La fermata però è situata più in basso del punto in cui la strada è stata chiusa. «Per ora non c’è stato alcun intervento di questo tipo e solo i residenti che abitano dopo la frana possono continuare a usufruire del servizio urbano di autobus», specifica Sartorello. Gli altri, invece, devono affidarsi a un’altra linea, extraurbana, che raggiunge il quartiere comasco da Ponzate (frazione di Tavernerio): l’autobus numero 43. «Ma anche in questo caso i disagi continuano - racconta don Fasola - I nostri ragazzi ormai chiedono ai genitori di essere accompagnati in auto, soprattutto se frequentano scuole lontane. Il C43 a volte non sale fino a Civiglio e altre volte parte senza aspettare che bambini e ragazzi arrivino alla fermata. È capitato che siano rimasti soli in mezzo alla strada».
«Impossibile ricevere visite»
Non va meglio per i lavoratori e per i genitori che, da Como o dai comuni limitrofi, raggiungono Civiglio per accompagnare i propri figli nella scuola elementare di quartiere, nota per le attività all’aria aperta e la qualità dei percorsi educativi proposti. «Prima questi genitori potevano tornare a Como in poco tempo, evitando il traffico, e andare al lavoro ora invece devono rientrare in città da Lipomo. Ci vuole fino a un’ora in più al mattino, senza contare il costo della benzina per il percorso più lungo che, da mesi, ogni giorno i residenti sono costretti a fare», testimonia il parroco. A venir penalizzata è anche la socialità delle persone più anziane, che, stando al racconto di don Fasola, ricevono sempre meno visite.
«Se possiamo arrogarci un piccolo merito - conclude Sartorello - È che con la nostra lettera alle istituzioni inviata per sottolineare che era scaduto il termine per il privato, il Comune si è messo in moto. Ora però siamo preoccupati e faremo sentire nuovamente la nostra voce». Nella speranza di essere ascoltati e di vedere qualche miglioramento prima di maggio.
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