La frana di Civiglio: «Terreno ereditato, ora vivo un incubo»

La storia La proprietaria e i detriti caduti sulla strada: «Sto ripulendo tutto a mie spese, servirà del tempo. Mi sento responsabile, ma far tutto da sola è complicato»

Per la frana di Civiglio si prevedono tempi lunghi. E la proprietaria del terreno franato assicura: «Ho fatto tutto il possibile». Lei è Marinella Noseda e sta vivendo giornate da incubo per colpa dello smottamento che, a seguito dei temporali, ha interessato la strada principale che collega il quartiere alla città. Il terreno dove si è verificato il cedimento è un pezzo di bosco, ereditato da generazioni.

«Quando mai ho ricevuto quel pezzetto di terra dalla mia famiglia – racconta la donna – Io abito dall’altra parte della frazione. Due anni fa mi ero interessata per sistemare quel bosco ereditato dal nonno. Il Comune infatti aveva chiesto ai privati proprietari di fare manutenzioni e potature delle aree a ridosso delle carreggiate. E così mi ero interessata, ma mi era stato risposto che è tutto vincolato in quanto bene paesaggistico. Quindi occorreva contattare un agronomo, stendere una relazione, ottenere i permessi, una trafila infinita tra fotografie e mappali che ora mi pento di non aver fatto. Sì perché caduta la frana il Comune mi ha ordinato di ripulire tutto e sto spendendo migliaia di euro». La signora ha dovuto anche pagare per sistemare i danni all’auto che passava proprio nel momento dello smottamento e che è stata travolta da alcune piante.

Le prospettive

La frana è caduta il 15 maggio, ma siamo ancora lontani dalla riapertura della strada. «Sì, temo proprio che sia una questione assai lunga – racconta Marinella Noseda – ci vorranno parecchie settimane. Una volta pulita la strada, tolto il fango, ho già provveduto ad un primo taglio delle piante avendo affidato l’incarico a una prima ditta. Ma a giorni attendiamo una seconda azienda per mettere una sorta di cellophane alla rivetta per contenere tutto in vista di altri possibili temporali. Quindi bisognerà contattare un geologo per fare verifiche e relazioni da consegnare al Comune. A quel punto non è detto che la strada riapra, il Comune dovrà valutare ed eventualmente dare avvio ad altri lavori. Non so se questa volta a carico del pubblico o di nuovo a spese mie». Con nuovi pagamenti da sostenere.

«Io mi sono sentita responsabile di ciò che è accaduto e ho fatto e sto facendo tutto ciò che mi è stato chiesto – spiega la proprietaria del terreno – ma non è facile, far da sola è complicato, non ho le competenze. Certo con questi temporali frane e smottamenti stanno capitando in tanti posti. Capisco il disagio, da residente conosco bene la situazione. Adesso il bus non arriva se non in basso al bivio, la fermata peraltro è irraggiungibile a piedi perché è completamente vietato passare dalla frana. Le corse da Ponzate sono meno frequenti e allungano il percorso. Anche per i lavoratori fare il giro in auto nelle ore di punta è complicato, si crea traffico. Quindi è ovvio: nel quartiere c’è allarme per i tempi di ripristino che si prospettano lunghi».

In effetti dal quartiere si levano voci all’indirizzo non tanto della proprietà privata quanto del Comune. L’amministrazione ha però riferito di non avere competenza diretta e di stare assistendo i proprietari.

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