La giustizia ricorda Fadda: «Un anno senza di lui»

La commemorazione Domani dalle 12.30 in Tribunale il ricordo del pubblico ministero scomparso il 21 ottobre 2023

Un anno senza Mariano Fadda. «Io dire il contrario: un anno con Mariano». Carlo Cecchetti, presidente della sezione penale del Tribunale di Como, alla vigilia dell’anniversario della scomparsa del pubblico ministero (orgogliosamente sardo d’origini, comasco d’adozione) prova a ribaltare un luogo comune: «La cosa che mi ha colpito di più - dice - è la quantità di volte e di persone con le quali abbiamo parlato di Mariano nel corso di quest’anno e che hanno tenuto viva la sua memoria». Ed è proprio per questa mole di persone «che hanno detto: “ma per il 21 faremo qualche cosa per ricordarlo?” abbiamo organizzato l’appuntamento di lunedì». Alle 12.30 nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Como ci sarà un momento di ricordo del sostituto procuratore Mariano Fadda, scomparso il 21 ottobre dello scorso anno. «Un appuntamento istituzionale, ma soprattutto un appuntamento nato dalla voglia condivisa. Con al centro la consapevolezza che la memoria di Mariano è ancora assolutamente viva» conclude Carlo Cecchetti .

Alla commemorazione sono attesi anche moltissimi avvocati: «Ciò che Mariano Fatta ha lasciato è così forte che non si riesce nemmeno a parlare di scomparsa - fa eco alle parole di Cecchette il presidente delle Camere Penali, Edoardo Pacia - Le persone si misurano in base a ciò che fanno e il dottor Fadda ha fatto tantissimo e benissimo per il mondo giudiziario lariano. Era davvero il prototipo del Magistrato ideale: giuridicamente geniale, oratore ammaliante, di grande spessore umano, spiritoso. Anche quando sbagliava, perché pure lui era un uomo e, perciò, inevitabilmente fallibile, magari incaponendosi su tesi giuridiche coraggiose ma non fondate, lo faceva sempre con onestà e lealtà, senza mai trasferire la questione sul piano personale».

«La disponibilità al dialogo, rispetto agli avvocati, era assolutamente generalizzata. Possedeva, poi, quell’incredibile capacità di essere anche amico di molti avvocati, senza imbarazzo nel mostrarlo pure pubblicamente, ma anche senza che ciò condizionasse mai la sua dimensione lavorativa, perché altro era la relazione amicale, altro il ruolo e il confronto professionale. E questo è un grande pregio che generava tranquillità, e, nondimeno, la massima capacità di espansione dei propri ruoli professionali esaltando nel modo più positivo possibile le caratteristiche migliori del nostro sistema processuale».

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