La Lega dei ticinesi
contro la Lombardia
«Invasione da Sud»

Deputata del partito svizzero: «La pandemia ha dimostrato che si può fermare la libera circolazione»

Anche ieri la Lega dei Ticinesi - attraverso il domenicale del partito, “Il Mattino della Domenica” - ha lanciato l’ennesima stoccata nei confronti della vicina Lombardia, a due settimane dal nuovo record di frontalieri (74.199 il dato censito al 30 settembre) in Ticino.

Il partito di via Monte Boglia, al di là dei soliti slogan legati “all’invasione da sud”, ha aggiunto un nuovo elemento al dibattito che si consuma lungo la linea di confine.

Al “Mattino della Domenica”, la deputata leghista Sabrina Aldi ha fatto notare come «la pandemia ha dimostrato che alla libera circolazione delle persone si può derogare», ma soprattutto che «nel momento in cui in Lombardia inizieranno i fallimenti a catena, la pressione sul mercato del lavoro ticinese è destinata ad aumentare in modo esponenziale. E la situazione è già ora allarmante».

Chiara la provocazione lanciata senza contraddittorio attraverso la voce ufficiale del partito. A monte di quella che, numeri alla mano, al momento rappresenta l’ennesima boutade, c’è lo stop del Governo cantonale (a trazione leghista) alla mozione targata proprio Sabina Aldi, in cui si chiedeva una moratoria rispetto ai permessi “G”, quelli più diffusi tra i frontalieri.

Il tema di fondo è sempre lo stesso e cioè che le politiche del lavoro fanno capo al Governo di Berna e non a quello di Bellinzona. Pertanto tutte le questioni legate ai frontalieri, salvo i ristorni, fanno capo a Berna, senza possibilità di intervento diretto da parte del Consiglio di Stato ticinese. La mozione conteneva anche un’altra richiesta: trasferire il domicilio entro due anni in Ticino «per i frontalieri eventualmente assunti nel settore pubblico o comunque legato al pubblico». Richiesta anche questa rispedita al mittente.

E così il direttore del “Mattino della Domenica” nonché consigliere nazionale leghista, Lorenzo Quadri, ancora una volta ha rimarcato che «di questo passo i frontalieri arriveranno a quota 75 mila», citando, in chiave ironica, le parole della consigliera federale con delega alla Giustizia, Karin Keller-Sutter, che qualche settimana fa aveva spiegato che «il Ticino è vittima del suo successo», rispondendo alla mozione dell’Udc in cui si chiedeva una moratoria sulla libera circolazione per quei Cantoni colpiti dalla pandemia.

Non poteva mancare, in questa nuova polemica di confine, un accenno legato all’accordo sui frontalieri siglato a Roma lo scorso 23 dicembre, «sparito dall’agenda politica italiana», riportando le parole di Quadri.

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