Addormentava gli uomini e poi li rapinava: la Mantide della Brianza è stata condannata a 16 anni

Il caso Tiziana Morandi, 47 anni, è stata colpita da una condanna a 16 anni e 5 mesi. La decisione del pm Carlo Cinque è arrivata questa mattina. Sono nove le persone circuite dalla 47enne

Sedici anni e cinque mesi. Più di quanto aveva chiesto la pubblica accusa al termine della sua requisitoria (15 anni). È una condanna pesantissima quella che questa mattina ha colpito la comasca Tiziana Morandi, 47 anni, accusata dal pm Carlo Cinque di una lunga serie di rapine fatte a vittime tra i 27 e gli 84 anni con l’utilizzo – sostiene la procura – di benzodiazepine che venivano sciolte nelle bevande per stordire le persone e privarle di effetti personali, gioielli e ori.

Il pm aveva contestato in totale 8 rapine, altrettante lesioni e l’utilizzo indebito delle carte di credito. Secondo l’accusa, se non era morto qualcuno in questa storia era stato «solo per un caso». Una ventina in totale i capi di imputazione per cui il Tribunale di Monza, in composizione collegiale, ha scelto di calcare ancora di più la mano rispetto a quanto prospettato dall’accusa, leggendo un dispositivo da oltre 16 anni. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni e solo il quel momento si potranno avere le idee un po’ più chiare anche sull’entità della pena.

«Me l’aspettavo», avrebbe detto Tiziana Morandi, ribattezzata dalla stampa la “Mantide della Brianza”, al momento della lettura del dispositivo. La comasca, cresciuta nel quartiere di Rebbio, era in aula quando il collegio ha comunicato la propria decisione. Accanto a lei l’avvocato Angelo Leone subentrato in corso di processo alla collega Alessia Pontenani che aveva invece condotto le prime udienze stando accanto alla Morandi fin dal giorno dell’arresto.

«Faremo Appello contro questa decisione una volta lette le motivazioni – ha commentato l’avvocato Leone – È stata accolta la richiesta dell’accusa che aveva ritenuto credibili le dichiarazioni delle parti offese. Noi invece pensiamo che debba essere fatta distinzione tra le varie posizioni. Inoltre non è nemmeno stata accolta la nostra istanza di una perizia psichiatrica. Vista questa decisione non ci aspettavamo un esito diverso». «La pena è importante – ha concluso il legale – C’erano tanti episodi contestati, ma con posizioni molto diverse che avrebbero dovuto essere distinte, cosa che non è stata fatta».

La Morandi, che ha seguito tutte le udienze «per poter guardare in faccia chi l’accusava», in tutti questi mesi ha sempre negato ogni accusa che le è stata mossa. Delle rapine contestate nel capo di imputazione, a costituirsi in aula come parte civile è stata solo una vittima. Tiziana Morandi, nel corso del processo, aveva provato a sostenere la propria innocenza facendosi esaminare, dicendo di mantenersi nella vita facendo «oggetti in cera e massaggi, due o tre volte al giorno». Ma aveva anche aggiunto che «alcuni clienti volevano da me qualcosa di più di un massaggio... Mi sono trovata clienti improvvisamente nudi, altri che mi hanno palpeggiata, ma mi sono sempre rifiutata di fare quello che pretendevano. Facevo solo massaggi».

Le indagini erano partite dopo che un uomo di 83 anni di Roncello, vicino a dove abitava la Morandi, era stato trovato in casa svenuto ed era stato portato in ospedale. In corpo aveva delle benzodiazepine. L’unica cosa che ricordava la vittima era di aver assunto una camomilla con una ragazza che si era presentata per raccogliere fondi a scopo benefico. Al risveglio l’uomo non aveva più la catenina e la fede. Tra le presunte vittime c’era anche un uomo di Mariano Comense, 67 anni, che non si è costituito parte civile

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