La maxi ciclabile si arena di nuovo: beffa senza fine

Opere pubbliche Contratto per il cantiere mai stipulato. Primo studio nel 2016, poi continui rinvii e problemi. Tratto urbano della Cernobbio-Grandate verso l’addio

I lavori per il primo lotto di quella che, nel 2016, era stata annunciata come una maxi pista ciclabile, non si faranno. Il Comune ha infatti corrisposto all’azienda Selva Mercurio (che si era aggiudicata l’appalto nel dicembre del 2021) un indennizzo di 1.900 per le spese e per mettere la parola fine alla questione. Il motivo? All’aggiudicazione del 2021 (per poco meno di 300mila euro) non è mai seguita la stipula del contratto (cosa che di solito avviene entro 60 giorni) e nel documento con cui Palazzo Cernezzi ora liquida l’azienda (che ha esercitato il recesso) viene precisato che «a seguito della richiesta da parte dell’amministrazione all’impresa Selva Mercurio della predisposizione e trasmissione della documentazione necessaria per la stipula del contratto e nonostante i solleciti dell’impresa per detta stipula, il contratto d’appalto non è mai stato stipulato e l’appalto non è più stato affidato». Una vicenda, quella della ciclabile presentata (come studio di fattibilità) nel 2016 dall’amministrazione Lucini, che aveva anche ottenuto un contributo regionale pari a un milione 378mila euro, costellata nel corso degli anni di problemi tecnici (oltre a questioni legate alla proprietà di alcune aree), ritardi, rinvii, polemiche (per l’eliminazione di numerosi parcheggi) e stralci e che, a questo punto, appare accantonata.

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Dei 32 chilometri previsti originariamente che avrebbero dovuto collegare Cernobbio a Grandate con la dorsale urbana della cosiddetta “Via dei Pellegrini” rientrerà, probabilmente, una piccola parte del percorso a Camerlata (in via Cecilio, nell’ambito delle urbanizzazioni). Nel frattempo, con il passare degli anni e le modifiche ai progetti, i costi sono più che raddoppiati (durante l’amministrazione Landriscina la cifra era arrivata a 4,2 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale di 2,5 milioni) e a questo si era aggiunto lo scetticismo sul progetto, in primis sulla zona accanto al mercato coperto.

Fondi persi

Tra il 2020 e il 2021 era stato inoltre perso il finanziamento regionale e, a quel punto, sempre durante il mandato Landriscina, si era deciso di utilizzare la parte di contributo comunale per realizzare il lotto tra lo stadio e viale Masia che, però, si era fermato dopo l’aggiudicazione. Nel 2023 sembrava che qualcosa si muovesse nonostante i problemi legati al contratto ora chiuso in via definitiva, ma poi la doppia promozione del Como (con annesse questioni sulla sicurezza anche in fase di cantiere) e la cautela dovuta all’ipotesi di un nuovo progetto legato allo stadio, non hanno portato all’avvio dei lavori.

Polemiche e accuse

Ieri sulla vicenda sono intervenuti i consiglieri comunali del Pd Patrizia Lissi e Stefano Legnani: «Apprendiamo con amarezza la notizia del triste epilogo del progetto della dorsale dei pellegrini, la pista ciclabile che avrebbe dovuto potenziare la mobilità dolce a Como. L’amministrazione Lucini aveva recuperato più di un milione e 350mila euro da un finanziamento europeo da investire nell’opera, divisa in cinque lotti. Più volte, già durante l’amministrazione Landriscina, ci siamo battuti per far partire i lavori del primo lotto, purtroppo, senza successo». Sottolineano che «nemmeno l’attuale sindaco e il suo gruppo hanno mai ripreso in mano la questione» e infine sull’appalto di fatto annullato dicono: «Un fatto gravissimo, che vanifica tutti gli sforzi fatti e lascia la situazione ancora immobile».

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