«La mia Debby, altruista fino all’ultimo»: il ricordo del compagno di Deborah e l’affetto dei comaschi

Oggi i funerali La giovane mamma che ha rinunciato alle cure per dare alla luce la figlia. Il dolore del compagno Massimo. L’amico di sempre: «Storie come questa ci devono ispirare»

Per Deborah Vanini l’incubo era iniziato come un sogno: insieme alla scoperta della gravidanza mesi fa era arrivata anche la spiegazione di uno strano dolore alla gamba che sentiva da qualche tempo. «Era una persona che teneva molto a essere in forma: non fumava, si allenava, era vegetariana, ma quel dolore alla gamba proprio non se lo sapeva spiegare». Un dolore che era la spia di un tumore al quarto stadio: «La malattia era già uscita dalla massa tumorale e si stava diffondendo».

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Il ricordo

Lo racconta Fabio Nocito, amico di Deborah, la giovane donna morta sabato dopo mesi di sofferenza e dopo aver rinunciato alle cure durante la gravidanza per salvare la propria bimba, Megan, nata il 18 settembre di quest’anno. Fabio conosce Deborah e il suo compagno, Massimo Chinaglia, da anni ed è uno dei tanti amici della coppia che in questi giorni ha fatto sentire la propria voce per diffondere la storia di Deborah: «Storie reali di questo eroismo estremo devono essere raccontate ovunque. Quella di Deborah è una storia reale di nobiltà d’animo e di sacrificio fino all’ultimo. Si dovrebbe parlare per giorni di lei e riflettere su cosa significa essere altruisti».

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Altruista è anche l’aggettivo che sceglie Massimo, il compagno della donna e padre della bimba dagli occhi azzurri per cui Deborah, nata a Como 38 anni fa, ha rinunciato a tutto. «Era una persona generosa, altruista e sempre attenta agli ultimi, amava gli animali e in particolare i cani. Ha fatto un gesto grande, ma lei era tante cose» ha raccontato Massimo, che in questi giorni di dolore si è trovato anche a dover fare i conti con una vita che negli ultimi mesi era stata messa in pausa, per stare accanto alla compagna, nel dolore e nelle lunghe giornate passate in ospedale per assicurarsi che, nonostante tutto, la piccola Megan crescesse sana nel grembo di Deborah.

«Massimo ha dovuto sospendere la sua professione negli ultimi mesi, per stare h24 con lei e la figlia appena nata - racconta ancora Nocito, che in questi giorni è stato accanto all’amico nella camera mortuaria dove tanti sono arrivati per salutare Deborah - Erano in un momento splendido delle loro vite: avevano appena comprato casa e avevano un’attività in proprio. Deborah ha scelto di rinunciare a tutto questo per amore. Massimo mi ha raccontato di quando si chiudeva in camera da sola e piangeva: sapeva a cosa stava andando incontro. Ma non ha perso, anzi ha vinto: è riuscita a partorire una bimba sana malgrado le difficoltà». Difficoltà che a Deborah sono quasi costate la vita proprio nel momento del parto prematuro che le ha causato una tromboembolia.

Le parole dei cittadini

Sono tantissimi i commenti che nelle scorse ore i comaschi hanno lasciato sul sito del giornale e sui social, dopo aver letto la storia di Deborah Vanini, una di quelle che lasciano il segno. Eccone alcuni: «Solitamente non scrivo, ma dopo aver letto questa storia mi inchino davanti a questa donna». «L’esempio che c’è ancora forza e amore, in una generazione difficile». «Ero arrabbiato per i miei problemi, poi leggo questa storia e mi vergogno». «Servirebbe leggere storie come questa tutte le volte in cui ci si lamenta di cose frivole».

Oggi in città si terranno i funerali, alle 14.30, nella chiesa di San Giuseppe in via Bonomelli.

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