La minoranza abbandona l’aula: «Dal sindaco parole infamanti»

Como, tutti consiglieri d’opposizioni sono usciti in segno di protesta contro i termini usati da Rapinase nei confronti di Cantaluppi (FdI)

Como

I Consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula consigliare questa sera in segno di protesta contro le espressioni usate dal sindaco Alessandro Rapinese per commentare un intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia Lorenzo Cantaluppi sul tema dell’azienda sociale. «A voi piave inginocchiarvi con il volto ad altezza bacino...» aveva ripetutamente chiosato Rapinese per definire a modo suo l’atteggiamento degli altri partiti nei confronti di città e Comuni limitrofi.

Stasera la replica compatta delle opposizioni: «Si sa che lo scontro in consiglio comunale può portare a contrasti caratterizzati da toni polemici e anche asprezza di linguaggio, ma troppo spesso il sindaco ha superato i limiti consentiti alla dialettica politica - ha letto a nome di tutti il capogruppo Pd Patrizia Lissi - Un conto è, infatti, il ricorso ad espressioni vivaci, l’uso di termini pungenti di disapprovazione, di parole severamente critiche, ma non può mai essere dimenticato il contesto istituzionale in cui un sindaco esercita il proprio ruolo, contesto che impone rispetto, correttezza formale - che, in realtà è sostanza - e non superamento di quanto strettamente necessario al pubblico interesse della materia trattata».

Il rapporto con i consiglieri, ha aggiunto, «non può mai prescindere dal rispetto della dignità», e non può essere tollerato «l’utilizzo di espressioni gravemente infamanti o inutilmente umilianti, che sconfinano in gratuite aggressioni verbali o in parole volgari»:

«Lei - ha ammonito Lissi rivolgendosi a Rapinese - non può dimenticare di essere il sindaco della città e ha il dovere di tutelare non solo le regole della buona educazione, ma la dignità stessa della istituzione che rappresenta.Da troppo tempo lei abusa del suo ruolo utilizzando durante i consigli comunali espressioni di disprezzo nei confronti della minoranza, espressioni di fronte alle quali il presidente del consiglio, che dovrebbe essere figura terza, di maggior tutela dell’intera aula, non proferisce parola alcuna. Da troppo tempo lei, intervenendo sui media si rivolge ai consiglieri con espressioni aggressive e gravemente offensive, come accaduto recentemente nei confronti del consigliere Cantaluppi, al quale ha indirizzato espressioni volgari ed inaccettabili».

La questione ha avuto dei precedenti, ha ricordato Lissi, fino « alla presentazione di una mozione di censura la cui gravità è stata sottovalutata dai consiglieri di maggioranza, i quali probabilmente non si rendono conto che non tutelando la dignità complessiva del consiglio comunale finiscono per non tutelare la propria».

«Tutto ciò non riguarda però solo i consiglieri comunali - ha continuato - in particolare quelli di minoranza, che hanno peraltro diritto al rispetto della loro persona, prima ancora che delle loro idee. Offendere i consiglieri comunali significa infatti offendere anche l’istituzione della quale fanno parte, il consiglio comunale, e quindi la città e anche i suoi cittadini, dei quali tutti i consiglieri indistintamente, di maggioranza e minoranza, sono rappresentanti; in sostanza significa offendere la democrazia».

«La situazione - conclude il comunicato delle minoranze - ha superato i limiti di tollerabilità, culminata, come detto, con la volgare dichiarazione nei confronti del consigliere Cantaluppi.Nel prendere anche atto che la maggioranza di questo consiglio non ha mai dato segno di voler prendere le distanze da questi comportamenti, non ci resta altra scelta che manifestare la nostra severa censura abbandonando questa sera l’aula del Consiglio, per dare un segnale forte contro il costante dispregio del ruolo pubblico ed istituzionale da noi ricoperto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA