La missione di Cometa: “Fatti per il bene” di migliaia di ragazzi

L’evento Ieri al Sociale la presentazione di uno studio che quantifica l’impatto sociale del lavoro dell’ente. Oltre 1.600 gli studenti seguiti negli ultimi cinque anni

“Fatti… per il bene” e sarebbe il caso di aggiungere “Fatti… bellezza per il bene” nel senso che, durante l’appuntamento di ieri al teatro Sociale di Como riempito da circa 400 persone, la bellezza è stata il filo che ha guidato la mattinata voluta per presentare quanto è stato fatto da Cometa per i ragazzi più fragili.

Qualche cifra per capire l’impatto di Cometa sul territorio è stata estrapolata dallo studio di Triadi, spin off del Politecnico di Milano, condotto dal 2019 come prosieguo di 10 anni di collaborazione tra Cometa e Tiresia, centro di ricerca dello stesso ateneo e illustrato dal professore della School of Management del Politecnico di Milano Mario Calderini e da Valentina Tosi responsabile dell’area Sustainability & Impact Assessment dello spin off del Politecnico.

Cosa dicono i numeri

Ogni anno nel comasco ci sono 75.000 studenti: il 43,2% di essi è stato vittima di bullismo, l’11,3% abbandona la scuola prima di conseguire il diploma e il 7,8% di loro ha disturbi specifici dell’apprendimento. Partendo dalla realtà del territorio lariano, lo studio di Triadi ha fotografato l’impatto positivo di Cometa nella riduzione delle disuguaglianze: 1.178 persone formate in 5 anni di cui 293 stranieri, 400 imprese coinvolte in un contesto provinciale in cui ci sono 17.657 disoccupati, una percentuale di neet pari al 13,8% e 47.149 stranieri residenti. Negli ultimi 5 anni Cometa ha seguito 1.616 studenti dai 6 ai 19 anni tra cui 111 disabili e 225 con DSA. L’impatto di Cometa si è articolato in 260 progetti con le scuole in 5 anni, 80 scuole coinvolte. Infine, la frequenza media per studente è del 90,8% e il tasso di promossi ogni anno è del 95,5%, mentre la media regionale è del 91,5%.

All’inizio fu l’affido

Cometa ha incluso nelle sei proprie imprese sociali 81 persone con fragilità negli ultimi 5 anni, di cui 28 con disabilità. Al Sociale è stato anche ricordato come l’affido famigliare sia stato il punto da cui si è generata tutta la storia di Cometa che si è allargata alle 70 famiglie affidatarie su tutto il territorio lombardo, che accolgono circa 103 bambini. Da qui sono nate la Scuola Oliver Twist con più di 400 studenti e delle realtà di lavoro per sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani in difficoltà o con fragilità. Oggi circa 1.300 persone entrano tutti i giorni in Cometa.

Per tornare alla bellezza, essa è stata più volte chiamata in causa, anche dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che ha tirato le somme dei tanti interventi dell’incontro, come un “x factor” essenziale per accogliere ed educare. I relatori sono stati tanti, moderati da Barbara Stefanelli vicedirettore del Corriere della Sera, portando un pezzetto della propria strada fatta a Cometa o con Cometa. Il vescovo di Como Oscar Cantoni ha parlato di Cometa come di un «fiore all’occhiello della realtà comasca, siamo grati per la sua presenza attiva e per le sempre nuove creazioni che sa proporre a vantaggio dei poveri e bisognosi».

A Erasmo Figini, anima e cuore di Cometa è toccata apertura e chiusura dei lavori, ma con lui hanno raccontato l’avventura di Cometa tanti esponenti del mondo economico, religioso, politico, culturale ed educativo, della sicurezza in qualità di amici veri, pronti a sostenere Cometa dove molti nascono per la seconda volta.

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