La ricetta di Gianluca Brenna: «Una città attrattiva per i giovani»

L’intervento Il presidente di Confindustria: «Essere più accoglienti per i ragazzi e combattere la denatalità»

Per combattere lo spopolamento della città c’è una sola ricetta: «Bisogna rendersi attrattivi per i giovani che possano scegliere le nostre imprese e le nostre città» e, in questo modo, sconfiggere anche la denatalità. A dirlo è Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como, ospite lunedì sera della conviviale di UCID, Unione cristiana imprenditori e dirigenti, sezione di Como, al Teatro Sociale di Como.

Imprenditore tessile, Brenna è amministratore delegato della Stamperia di Lipomo, ha tenuto una relazione dal titolo “Generare valore nella comunità. La collaborazione tra imprese e territori come motore del cambiamento”.

Che un cambiamento sia necessario è un’evidenza emersa dalla descrizione del contesto sociale ed economico: «Siamo al crepuscolo della globalizzazione, il cui declino risale al 2001 e non si è arrestato – ha esordito Brenna – quel modello di crescita ha mostrato i suoi limiti». Il mondo si è irrimediabilmente ripiegato su sistemi economici regionali, proprio come accadde prima delle due guerre mondiali. L’auspicio è che l’esito sia diverso, ma c’è anche un altro segnale negativo e analogo a quanto accadde negli anni ’30 del Novecento ed è la concentrazione della ricchezza verso una percentuale molto esigua di popolazione.

«Inoltre la nuova guerra fredda tra Usa e Cina sposta l’asse sul Pacifico e in questo nuovo assetto l’Europa rischia di ricoprire un ruolo marginale» ha aggiunto il presidente.

Segnali di crisi, che chiamano a una presa di coscienza nuova per assicurare un futuro di benessere al nostro territorio. «Bisogna rendersi attrattivi per i giovani – ha spiegato – la crisi demografica è la più drammatica, viste le previsioni. La denatalità va affrontata con importanti politiche sociali per la famiglia e con strumenti efficaci per la conciliazione tra cura dei figli e lavoro. Ma non basta – ha proseguito il presidente - Como confina con aree estremamente competitive per le opportunità che offrono: a nord la Svizzera, a sud Milano, l’unica città italiana a vocazione europea, a ovest Varese, che ha saputo far nascere un’università, la Liuc, e ora anche un campus Its». Tentativo che a Como è andato a vuoto due volte, con la doppia bocciatura di Fondazione Cariplo. «Infine a est c’è Bergamo, estremamente dinamica. Per questo costruire un’area vasta che comprenda Como, Lecco e Sondrio può essere una scelta strategica per mettere a sistema grandi risorse e opportunità e scongiurare il rischio che in futuro sempre più giovani decidano di investire il loro lavoro altrove».

Con questa logica, è stato chiesto a The European House – Ambrosetti di coordinare una serie di tavoli tematici con i diversi attori dei tre territori i cui contenuti possano poi confluire in un documento condiviso: «Non vogliamo che sia un documento di Confindustria, ma piuttosto una visione sulla quale possa confluire il pensiero e la volontà di molti – ha detto Brenna – in particolare dei politici perché la condivisione della politica è fondamentale».

«Stiamo lavorando già insieme su diversi temi, tra questi il più importante è la formazione – ha concluso Brenna – con importanti incontri di orientamento, con formazioni e con esperimenti pilota. Ma si tratta anche di capire come essere una città accogliente, se sappiamo dove vogliamo andare».

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