La sfida del centrodestra a Rapinese: «Mai più candidati dell’ultimo minuto»

Como Tavola rotonda di FdI con Lega e forzisti. Priorità a un meloniano, sullo sfondo Gaddi e Fermi: «L’attuale sindaco ha vinto per colpa nostra. Cambiamo»

Il centrodestra si prende trenta mesi (all’ultima elezione erano stati tre, praticamente) per parlare di candidati in vista del prossimo voto in città. Lo fa con una tavola rotonda organizzata a Villa Gallia da Fratelli d’Italia, nella cornice di Communis, laboratorio politico cittadino, ma che ha coinvolto anche i coordinatori territoriali di Forza Italia e Lega.

«Lavoriamo insieme»

E questo perché qualcosa di quanto è andato storto nel 2022 ha colto nel segno. «Serve un gruppo reale e ben amalgamato, di persone che si conoscono davvero, intorno a quello che sarà il prossimo candidato sindaco» ha detto Stefano Molinari, referente provinciale di FdI e principale promotore di questa unità rafforzata all’interno del centrodestra. L’obiettivo è chiaro: sconfiggere Rapinese. «Come centrodestra abbiamo delle enormi responsabilità rispetto all’elezione di Alessandro Rapinese - ha dichiarato infatti Sergio Gaddi (Forza Italia), facendo un mea culpa collettivo - Ha vinto il ballottaggio per ottanta voti, basti dire questo (nel 2022, l’analisi dei dati elettorali aveva dimostrato come il voto disgiunto degli elettori di centrodestra avesse finito per favorire Rapinese stesso, a scapito del candidato della coalizione, ndr)».

Il guanto di sfida, insomma, è lanciato. E con più di due anni di anticipo. «Dobbiamo fare tre cose adesso. Dimenticarci del nome di Rapinese, un politico che vive sugli attacchi ed è bravissimo a maggiorare la sua immagine proprio grazie allo scontro. Formare invece una squadra unita, con un programma chiaro. E poi lavorare sul dialogo, che è ciò che più manca all’attuale amministrazione» è questa la ricetta di Molinari.

«Mai più improvvisazioni» conferma Laura Santin (Lega) e il riferimento al nome di Giordano Molteni, ufficializzato come candidato sindaco del centrodestra solo a marzo del 2022, con le elezioni a giugno, è stato immediato anche sottinteso. «Dobbiamo far sì che Como sia guida per gli altri Comuni, mentre oggi il dialogo con gli altri Comuni, a partire dall’Azienda Sociale, è saltato completamente. Cambiamo narrazione allora e ricordiamo a tutti cosa sta ereditando di positivo questa amministrazione dalla precedente e da altri enti, a partire dalla Regione, con cui sarà fondamentale dialogare per il futuro di Como».

Le intenzioni e il tempo non mancano, i nomi dei papabili candidati per ora invece sì. Non che i cittadini comaschi manchino di immaginazione però: il nome di Sergio Gaddi e quello di Alessandro Fermi, assessore regionale leghista, rimbalzano tanto negli ambienti politici quanto per le vie della città, ma ieri nessuna conferma in questo senso è stata data.

Ancora nessun nome

Anzi, se qualcosa è emerso con forza sia durante la mattinata (che ha visto la partecipazione anche di Carlo Maccari, coordinatore regionale di Fdi, Sergio Zauli segretario cittadino, e del consigliere provinciale Claudio Ghislanzoni) che nel pomeriggio (con gli interventi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti e dell’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza) è che il futuro centrodestra comasco sarà inevitabilmente a traino Fratelli d’Italia. Anche perché alle ultime elezioni, le Europee, il partito ha conquistato il 26,62% dei voti in città. «Dobbiamo essere uniti con Lega e Forza Italia - ha ribadito Butti - Ma serve individuare un candidato capace di tenere testa ai continui attacchi di Rapinese».

«Ho voluto questo incontro perché bisogna iniziare a lavorare già adesso. Il nome? Potrebbe venire dal territorio come dalla politica, troppo presto per parlarne ora - ribadisce però Molinari, a lato del confronto con Lega e Forza Italia - Il centrodestra esiste e ha tutti gli strumenti per battersi, dobbiamo conoscerci meglio tra di noi». Tra i temi più citati durante la giornata senza dubbio il turismo. E chissà che anche questo non possa essere un indizio sul punto verso cui guardare in attesa del nome.

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