Cronaca / Como città
Martedì 14 Novembre 2023
La tassa di soggiorno a Como diventa più cara: previsti 3,2 milioni
La novità Al Comune tesoretto aggiuntivo di 1, 2 milioni che scatta con gli aumenti previsti dal prossimo gennaio. Como si allinea a Milano: per gli hotel si sale da 2 a 5 euro
La tassa di soggiorno, a partire da gennaio, diventerà più cara e arriverà allo stesso livello di quella già in vigore attualmente a Milano.
La situazione
Un incremento, in tutte le tipologie di alloggio che, complessivamente, porterà - secondo le stime di Palazzo Cernezzi - un milione e 200mila euro in più rispetto a quanto incassato quest’anno (sempre a livello previsionale). Si tratta di soldi che vengono poi utilizzati per migliorare la città in ambiti ben definiti dalla legge: si va dalle manifestazioni culturali alla manutenzione del verde arrivando ai musei e alle attività aperte a tutti, anche sportive. La tassa di soggiorno, applicata per ogni pernottamento e a persona, è stata introdotta in città nel 2013 e le tariffe attualmente applicate sono quelle stabile nel 2019. Con il ritocco verso l’alto l’amministrazione va a raggiungere, per alcune tipologie (le strutture con il numero di stelle più alto) la cifra massima. Nella delibera approvata dalla giunta si legge infatti che nel 2011 è stata introdotta «per i comuni capoluogo di provincia, la possibilità di istituire, con delibera del consiglio comunale, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, fino ad un importo massimo di 5 euro per notte di soggiorno».
I cinque euro vengono ora applicati ai 5 stelle, ma anche ai 4 stelle (dove viene di fatto raddoppiata rispetto ai 2,5 euro attuali). L’aumento in percentuale è consistente se si tiene conto che gli alberghi a tre stelle passano da 2 a 4 euro, quelli a due stelle da uno a tre euro e quelli a una stella da 75 centesimi a 2 euro. Lo stesso vale per le residenze turistico alberghiere. Per le attività ricettive non alberghiere si passa genericamente da due a tre euro con aumento anche per gli ostelli (da 50 centesimi a 2 euro). Da 50 centesimi a 2 euro anche per i campeggi.
Nei prossimi bilanci, ad esempio il 2024, il dato ipotizzato era pari a 1,9 milioni di euro e, tenendo conto che si salirà a 3,2 milioni i conti sono presto fatti.
«I nuovi valori - spiega l’assessore al Bilancio Monica Doria - sono in linea con altre città, ad esempio Milano. Ci siamo allineato visto anche il grosso afflusso di turismo che stiamo registrando e tenendo anche conto che non è un’imposta che va a gravare sui cittadini e che la maggior parte dei visitatori stranieri ha culturalmente l’abitudine del pagamento dell’imposta di soggiorno che viene poi destinata alla valorizzazione del luogo che si visita, nei limiti di quanto previsto dalla normativa in materia».
Le altre città
Come detto la città di Milano applica già gli stessi importi che da gennaio saranno riscossi anche sul Lario e, quindi 2 euro per una stella, tre euro per due stelle, 4 euro per i tre stelle e cinque euro (sempre a notte, a persona) per i quattro e i cinque stelle. Analoghe e sovrapponibili le cifre anche per le altre tipologie di attività ricettive. Andando fuori regione una città come Venezia, indiscutibilmente regina del turismo, va da 1 euro a notte per gli hotel a una stella (Como sarebbe più alta) ai 5 euro dei cinque stelle con una suddivisione più graduale: 2 euro per i due stelle, 3,5 euro per i tre stelle, 4,5 euro per i 4 stelle e 5 euro per i cinque stelle. Firenze va da 3,5 per gli alberghi a una stella arrivando fino a 8 euro (importi introdotti a partire dallo scorso aprile).
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