Cronaca / Como città
Lunedì 06 Gennaio 2025
La tragedia di viale Geno un anno dopo: «Non fu provocata da un errore umano»
Il caso Tiziana Tozzo e Morgan Algeri morirono cadendo in acqua a bordo della Mercedes di lui - L’avvocato dei famigliari anticipa le conclusioni dei consulenti di parte, in attesa di quelle delle Procura
Ad un anno di distanza tutto è rimasto uguale. Ci sono i fuori, vasi con piantine colorate, le foto di Morgan Algeri e di Tiziana Tozzo. Ma ci sono ancora, accanto, la pesante panchina di cemento spostata, aperta come un compasso, nell’esatta posizione in cui era stata lasciata dalla sera del 6 gennaio 2024, e ci sono i resti del parapetto a strapiombo sul lago, alla punta di villa Geno, dove il suv Mercedes con a bordo le due persone – lei, residente a Cantù, lui nella Bergamasca – si inabissò ribaltandosi, dopo essere scattato in avanti senza un apparente motivo.
A dodici mesi di distanza, le risposte alla tragedia non ci sono ancora, nonostante siano state con insistenza cercate dal pm Giuseppe Rose che coordina un fascicolo sempre rimasto a carico di ignoti. La storia di Morgan e Tiziana aveva sconvolto tutta Italia. Stavano ripartendo dalla piazzetta dove avevano parcheggiato, dopo una serata trascorsa insieme in un ristorante. Non avevano litigato, si erano fermati in quel punto solo pochi attimi. La macchina però era scattata in avanti spostando la panchina come fosse un fuscello, abbattendo la ringhiera e precipitando di sotto. Lui aveva cercato di salvare lei, senza riuscirci. I corpi furono trovati vicini, immobilizzati in quel tentativo di Morgan di tirare fuori dalla macchina anche Tiziana.
I fiori presenti nel punto della tragedia dimostrano che nessuno si è dimenticato di loro. Lo dimostrano anche le continue domande che i comaschi ancora oggi fanno, chiedendo risposte ad una tragedia che spiegazioni per ora non ha. Per questo il fascicolo in procura è ancora aperto. Perché il tentativo è proprio quello di dare una spiegazione, almeno ai parenti, che ancora non riescono a capire come tutto questo possa essere stato possibile. La centralina dell’auto è ancora nelle mani dei tecnici e del perito nominato dal pm, chiamato ad estrarre non solo i dati ma anche ad interpretarli. Il lavoro è stato molto complicato, perché l’auto era rimasta in acqua per ore, danneggiando e bagnano ogni sistema elettronico. Eppure, il tentativo è stato fatto lo stesso, asciugando la centralina – prodotta da una società diversa da quella della macchina – aprendola, affidandola a mani esperte in un apposito e sofisticato laboratorio di Budapest per cercare di estrarre quanto possibile, che possa spiegare quello scatto in avanti dopo che il gesto volontario era stato escluso immediatamente, assolutamente non plausibile e nemmeno confortato dalle testimonianze di chi si trovava nella piazzetta in fondo a viale Geno, a pochi passi dal suv di Morgan e Tiziana. Ma anche altri tentativi sono stati compiuti ed ora a mancare è solo la relazione finale del perito che dovrebbe essere depositata entro gennaio. Poi toccherà al pm leggere il tutto e decidere se proseguire, e nel caso che risposte dare ai parenti. Ieri, al riguardo, l’avvocato che assiste la famiglia di Morgan Algeri - il legale Giovanni Giorgino - è intervenuto sulla vicenda «con massima cautela», ricordando che le «indagini della Procura di Como sono ancora in corso». Il legale ha però ripercorso questi lunghi mesi: «Dal veicolo erano state estratte alcune componenti elettroniche, poi fatte analizzare, all’estero» con lo scopo di «riscontrare la presenza di anomalie e ricostruire il grafico delle velocità con le corrispondenti pressioni sul pedale dell’acceleratore». Un lavoro che non è ancora concluso.
C’è però la posizione dei consulenti della famiglia di Morgan Algeri, nominati dal legale, che «hanno fatto pervenire delle valutazioni» ovviamente di parte «orientate, per il momento, verso l’impossibilità di ritenere sussistente un errore umano». Una ricostruzione che «naturalmente, potrà trovare conferma o meno soltanto allorquando le indagini della Procura saranno state concluse e sarà possibile accedere a tutti i dati estratti dal veicolo ed agli altri elementi raccolti dagli inquirenti».
Le indagini – si è poi appreso – hanno poi raccolto elementi anche su altri incidenti simili da tutta Italia provocati dal comportamento anomalo dei veicoli anche di diverso modello e marca. Tra questi uno avvenuto in un autogrill del Milanese. «Segnalazioni preziose – conclude l’avvocato Giovanni Giorgino - perché hanno rappresentato una fonte unica di dati». Ma altrettanto importanti, oltre all’aspetto dell’indagine, sono state per le famiglie delle vittime le numerose manifestazioni di affetto: «Ora più che mai, Morgan e Tiziana continuano a vivere nella memoria di chi gli ha voluto bene». E quei fiori freschi, collocati sul luogo della tragedia, sono lì a dimostrarlo. Oggi come un anno fa.
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