La vacanza dei bimbi ucraini: «Una pausa di pace e allegria»

Solidarietà È iniziata da qualche giorno la terza esperienza di accoglienza nei territori della Diocesi

Non c’è il due senza il tre. Da una parte, verrebbe da dire per fortuna. Dall’altra, invece, purtroppo.

È iniziata da qualche giorno la terza esperienza di accoglienza di bambini ucraini nei territori della Chiesa di Como per un periodo di vacanza estiva, lontani dall’insicurezza costante generata dalla guerra. Per il terzo anno consecutivo dallo scoppio del conflitto, la Caritas diocesana si è messa a disposizione e ha organizzato un periodo di soggiorno in quota per 91 bambini e ragazzi e per i loro dieci accompagnatori.

Dopo essere stati – nelle estati passate – prima a Sondalo e poi a Sondrio e Ponte in Valtellina, questa volta la scelta del luogo è ricaduta sulla colonia “Carlo Comerio” al confine tra Aprica e Corteno Golgi, in provincia di Brescia. Qui domenica è giunto il gruppo ucraino che resterà nel nostro Paese per poco meno di due settimane, fino al prossimo 24 agosto. «La vacanza solidale – spiegano dalla Caritas diocesana di Como – nasce come esperienza di accoglienza, ma soprattutto come testimonianza viva di attenzione e solidarietà verso il popolo ucraino». Va detto che fin dall’inizio, nella primavera 2022, l’ente si è attivato sul territorio per esprimere vicinanza e offrire supporto concreto a distanza e non solo: iniziative come questa ne sono la dimostrazione.

Il gruppo giunto in Italia «è stato scelto dalla Nunziatura apostolica in Ucraina ed è composto da bambini e ragazzi i cui genitori sono coinvolti nel conflitto in essere dal 2022». Ad animare le giornate di permanenza in Valtellina saranno gli operatori Caritas e undici volontari. Tra di loro anche «alcuni giovani che stanno partecipando alle esperienze di volontariato estivo», come spiegano.

Al pari degli anni precedenti, «questa esperienza rientra nel progetto di Caritas italiana “È più bello insieme”, un programma di vacanze solidali per minori e accompagnatori provenienti da contesti di guerra». In tutta Italia i bambini e i ragazzi accolti nei mesi estivi sono circa 700, di cui, appunto, 90 in Diocesi di Como: un numero significativo, a riprova dell’impegno reale della Chiesa locale a favore della popolazione ucraina.

In ogni caso, riproporre nuovamente l’esperienza vuol essere il modo «per diffondere la cultura dell’accoglienza, per sensibilizzare le nostre comunità e far loro conoscere volti e storie di chi vive direttamente il conflitto». Insomma, «un’occasione per noi, per vivere la carità, e per loro, per sperimentare un tempo diverso, di pace e di allegria».

© RIPRODUZIONE RISERVATA