
Cronaca / Como città
Domenica 20 Aprile 2025
La veglia pasquale: «Come un passaggio
dal buio alla luce»
In Duomo Le parole del vescovo Oscar Cantoni: «La luminosità del cero segno del Signore risorto». Stamattina il solenne pontificale e alle 18 i vespri
«La veglia di questa sera è incominciata al buio. La notte è segno delle tenebre che avvolgono il mondo. Il buio è il luogo del male, del peccato, della morte. L’uomo è invischiato dal male e non sa come liberarsi, come uscirne: invoca un Salvatore potente che lo liberi».
Il passaggio dall’oscurità alla luce piena ben riassume il senso dei gesti della solenne veglia pasquale, celebrata questa notte in Duomo dal cardinale Oscar Cantoni: in questo modo viene testimoniata la risurrezione di Cristo, che la Chiesa celebra sempre con particolare solennità. Ed è proprio sui riti della Notte Santa che il vescovo ha scelto di riflettere durante l’omelia, illustrandoli a uno a uno ai fedeli e offrendone una lettura teologica.
La benedizione del fuoco
A partire dalla benedizione all’esterno del fuoco, con «la luminosità del cero pasquale, segno del Signore risorto: è la luce nuova che irrompe e squarcia le tenebre della notte. Solo Cristo può liberarci dal male, solo Cristo ci salva dal peccato e dalla morte. Egli l’ha vinta con la potenza della sua risurrezione».
Il cero, poi, è avanzato lungo la navata della Cattedrale, rischiarando a poco a poco tutti i presenti. «È il segno che spiega che Cristo illumina coloro che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte», ha detto.
La celebrazione è proseguita con la Parola di Dio, «che lungo il tempo vuole fare di Cristo il cuore del mondo», fino alla proclamazione del vangelo della risurrezione, con protagoniste «le donne, umili e servizievoli, che si sono recate al sepolcro con olii profumati per onorare il corpo di Gesù».
Lì, tuttavia, non lo trovano, essendo risorto. «Le donne, sconvolte e meravigliate insieme, vanno subito ad annunciare ai discepoli di Gesù la grande notizia, ma il loro cuore è lento a credere a tale meraviglioso evento. Non ricordavano come Gesù li avesse preparati a questo gioioso avvenimento, avevano rinunciato a fare memoria della croce».
La liturgia battesimale
Terminata l’omelia, la veglia è proseguita al fonte con la liturgia battesimale. A partire da qui, il vescovo ha amministrato i sacramenti dell’Iniziazione cristiana – vale a dire il battesimo, la confermazione e l’Eucarestia – a dieci eletti provenienti da varie zone della Diocesi: due coppie di sposi della Costa d’Avorio (Jean e Debora, Erico ed Elodie) e ora residenti a Lomazzo, un ragazzo camerunense, Samuel, proveniente da Cassano Valcuvia, nel Varesotto, tre persone dal lago, ossia Dula e Rasika, sposi cingalesi, di Tremezzo, e Zeno, albanese, di Mezzegra e, infine, Ibrahim, tunisino, e Melanie, svizzera, residenti a Como.
«Siamo un popolo che cammina – ha detto Cantoni –, sostenuti e illuminati dalla grazia del Signore, accompagnati dai Santi, nostri amici, modelli di vita e intercessori». Fino ad arrivare a un monito rivolto a tutti e, in particolare, ai dieci catecumeni: «I cuori di tutti noi, che questa sera componiamo questa assemblea, ardano di bruciante carità e accolgano la consolazione del Risorto come l’accolsero i discepoli di Emmaus».
Questa mattina, nel «giorno assolutamente nuovo per l’umanità, che illumina la storia del mondo e inaugura la nuova creazione», il cardinale presiederà in Duomo il solenne pontificale di Pasqua con la benedizione papale, la riflessione dell’Ufficio per la liturgia che ha curato le celebrazioni. Alle 18, poi, Cantoni assisterà ai vespri battesimali con i canonici del Capitolo.
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