Il caso del prof precario da 25 anni che non ha avuto alcun incarico quest’anno «per colpa dell’algoritmo»

La storia Ha 61 anni e da più di venti insegna nelle scuole comasche, ma l’algoritmo che gestisce l’assegnazione delle cattedre annuali ai supplenti lo ha escluso dalle sedi provinciali lasciandolo disoccupato

«Ho 61 anni e insegno da 25, sono uno storico precario, ho girato tantissime scuole della provincia. Ora, per colpa di un algoritmo, sono rimasto escluso dalla supplenza annuale e mi sono passate davanti persone che insegnano da molto meno. Genitori e alunni mi hanno sempre apprezzato, ma ora credo sempre meno in questo sistema». Le parole di questo docente comasco di matematica racchiudono la situazione che molti supplenti stanno vivendo quest’anno, a causa dell’algoritmo che gestisce l’assegnazione delle cattedre annuali ai supplenti, su una delle 150 sedi indicate contestualmente alla domanda che andava presentata ad agosto.

«Non si è ben capito come funzioni l’algoritmo – ammette il professore – Prima c’era un sistema che sicuramente aveva dei difetti, ma almeno permetteva di entrare a chi aveva un punteggio alto ottenuto con anni di lavoro e non con corsi a pagamento o certificazioni online: consideriamo che un anno di lavoro vale 12 punti, ci sono corsi che ne valgono 36 e che costano 2000/2500 euro. A settembre ogni ufficio scolastico convocava i supplenti in base alle cattedre disponibili: siccome è una proposta di lavoro deve essere certa la sede, oltre all’orario e la retribuzione e così era. Con l’algoritmo, invece, la sede è una lotteria. Siamo costretti a fare la domanda ad agosto ma alla cieca, si indicano solo le scuole dove si vorrebbe insegnare».

«Se uno le mette tutte - aggiunge - può capitare che debba dividersi tra Como, Menaggio, Mariano e così via, un inferno, praticamente un pony express, io ho fatto 100 chilometri al giorno per sei anni, poi 50 al giorno per altri 10 anni. Ora l’algoritmo pare funzioni secondo il codice meccanografico delle scuole. Io quest’anno ho messo solo Como e Erba. Non ho messo le scuole, forse l’algoritmo ha fatto passare prima chi aveva le scuole e poi la città e io sono rimasto fuori. Faccio questo lavoro da tantissimo, ora però vengo scavalcato da persone che magari insegnano da tre anni, non mi sembra giusto. Non sono solo io, ma moltissimi in questa situazione, infatti penso che i sindacati faranno qualcosa. Ora chi ha fatto questo lavoro per 25 anni rischia di finire nelle supplenze a tempo: quest’anno sono state assegnate 1.300 cattedre, non mi aspettavo di rimanere escluso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA