L’altra faccia delle case vacanza: «Caos di notte. E io chi chiamo?»

L’episodio I turisti litigano e tengono sveglio il vicinato con le grida. «Non sapevamo a chi rivolgerci e il proprietario di casa non sapeva nulla»

Grida, calci all’auto e poi al portone, un intero vicinato tenuto sveglio per più di un’ora nel bel mezzo della notte: è l’esito di uno spiacevole episodio verificatosi a Como tra lunedì e martedì per via di un diverbio tra turisti ospiti di una casa vacanza. A riferire l’accaduto è Marcella Parravicini, comasca e residente in via don Minzoni, dove il fatto è avvenuto. «I problemi sono iniziati già dalle 18 - racconta - Io ero al lavoro, ma mia figlia mi ha chiamato per raccontarmi che c’erano stati dei problemi tra turisti di nazionalità russa, appena arrivati, e i vicini di casa». Lungo il vicolo in questione sorgono case bifamiliari, con il cancello d’ingresso in comune tra abitazioni indipendenti. «I turisti lamentavano di non aver trovato le chiavi per entrare e pretendevano che il vicino, che conosco come conosco tutti quelli che abitano nella via, perché siamo pochi, non sapeva cosa fare». Un fatto da nulla, ma emblematico di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

Lock box sparita

Le avvisaglie di quello che sarebbe accaduto c’erano state già la domenica mattina, quando una coppia di olandesi, che avevano soggiornato nella medesima casa vacanza aveva chiesto aiuto al vicinato perché la scatoletta con chiusura a combinazione dove riporre le chiavi dell’abitazione al momento della partenza era sparita. «Ho chiamato personalmente il proprietario della casa vacanza, che però non la gestisce ma si affida a un’agenzia, per chiedergli il da farsi - racconta Parravicini - Mi ha detto di riferire ai turisti di lasciare le chiavi nella cassetta delle lettere». Dove però le chiavi sono rimaste fino all’arrivo dei turisti successivi.I problemi però, come anticipato, non sono finiti qui. Intorno alle tre di notte Parravicini e la famiglia vengono svegliati da una donna che grida nel bel mezzo della strada. «Batteva i pugni sulla porta della casa vacanza e prendeva a calci l’auto del marito, avevano litigato e lui l’ha chiusa fuori». Passata una mezz’ora la situazione si fa insostenibile, soprattutto per la famiglia che risiede nell’abitazione che con la casa vacanza condivide l’ingresso. «Il mio vicino ha dei figli piccoli ed erano molto spaventati dal trambusto, quindi ha chiamato la polizia - continua nel suo racconto Parravicini - Sono arrivate tre volanti e dopo parecchio tempo gli agenti sono riusciti a convincere il marito ad aprire la porta e la signora è rientrata in casa».

Le conseguenze del turismo

Tutto è bene quel che finisce bene, insomma, ma una riflessione non può mancare. «Non sapevo nemmeno che quella casa fosse stata adibita ad affitti brevi per turisti. Capisco che non c’è nessuna regola specifica, ma siamo una via molto piccola e ci conosciamo tra di noi, quindi ci accorgiamo quando c’è qualcuno di sconosciuto. Ma soprattutto sul momento non sapevamo cosa fare: la casa è gestita da un’agenzia e il proprietario non ha saputo del fatto se non due giorni dopo, quando glielo abbiamo raccontato. Ci siamo dovuti arrangiare tra vicini, ma mi chiedo se sia giusto che le conseguenze negative del turismo ricadano su chi non c’entra nulla».

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