Cronaca / Como città
Giovedì 24 Settembre 2020
Lampioni, altro che svolta
Appalto da 11 milioni solo per le luci
Niente project financing o nuovo maxi progetto che comprenda anche monumenti e pali “intelligenti” - Il motivo? «Manca personale e tempi troppo lunghi»
Como
Monumenti illuminati (dalle mura al lungolago) con giochi di luce? Pali intelligenti con wifi e tante funzioni innovative? Chi pensava che il nuovo appalto per la gestione degli impianti di illuminazione portasse in città una svolta non solo legata al funzionamento dei punti luce, ma anche per valorizzare scorci e bellezze di una città turistica metta via il pensiero.
Tutte queste opportunità sono messe nero su bianco nella relazione firmata da un tecnico esterno a Palazzo Cernezzi che ha analizzato nel dettaglio la situazione attuale e ha dato anche alcuni suggerimenti non prioritari, ma alla fine leggendo la delibera che andrà lunedì in commissione de poi in consiglio comunale e che, finora, non era mai stata analizzata, emerge che la strada su cui si sta orientando l’amministrazione e è quella di aderire al maxi appalto Consip che, in sintesi, prevede la sostituzione di tutte le lampade con i led, di alcuni pali e la gestione di tutti gli impianti per i prossimi nove anni a un costo di circa 1,6 milioni di euro l’anno per un totale, sui nove anni di contratto, di 10,7 milioni (comprensivi di energia elettrica e manutenzione). Con un risparmio, rispetto a quanto avviene ora (la manutenzione e la gestione è obbligatoriamente affidata a Enel Sole che è ancora proprietaria di 8mila lampioni, che ora il Comune riscatterà per circa 600mila euro) di 108mila euro per il primo anno. Eventuali interventi extra hanno poi un costo a parte.
Ma come mai il Comune ha virato su una scelta “minimal” rispetto a quello che era stato annunciato? In più occasioni l’ex assessore alle Reti Vincenzo Bella, che aveva seguito personalmente la partita (la delibera in giunta era poi arrivata dopo le sue dimissioni e prima della nomina del suo sostituto, Pierangelo Gervasoni) aveva infatti parlato dell’utilizzo del project financing (progetto presentato dai privati) o di una gara avviata dall’amministrazione, ma soprattutto aveva detto che «oltre ai lampioni chi avrà l’appalto dovrà anche garantire l’illuminazione dei monumenti, delle fontane e delle mura. Per quanto riguarda i passaggi pedonali metteremo come requisito l’installazione di impianti che aumentano l’intensità della luce al passaggio dei pedoni».
Nei documenti allegati alla delibera di giunta si legge che il cambio di rotta e la scelta dell’affidamento a Consip è dettato da questioni di tempi: 120 giorni contro i 360 nel caso del project. «Le ipotesi di affidamento e di gestione del servizio sia mediante project financing di iniziativa pubblica / privata sia mediante procedura di evidenza pubblica autonoma finalizzata all’affidamento dell’appalto dei lavori ed alla concessione del servizio - si legge - risultano essere non perseguibili specificatamente per la carenza di risorse da impiegare nella progettazione e gestione che tali soluzioni richiedono e per i tempi di affidamento del servizio non compatibili con la situazione impiantistica nel suo complesso che richiede interventi immediati di riqualificazione».
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