Cronaca / Como città
Domenica 12 Marzo 2023
Lancia dalla finestra oggetti ed escrementi contro i vicini . Maestra condannata a un anno e mezzo di pena
Tribunale L’accusa presentata nei confronti della donna di 50 anni è di stalking nei confronti di una famiglia di vicini, il cui giardino era il principale bersaglio dei lanci dal piano di sopra
Una insegnante di 50 anni è stata condannata a un anno e mezzo di pena dopo essere stata accusata dalla procura (pm Giuseppe Rose) di stalking nei confronti di una famiglia di vicini che bersagliava con lanci di ogni genere, dagli escrementi di animali a avanzi della cena e del pranzo, da sassi a vasi di fiori che venivano fatti cadere dal suo terrazzino fin sul giardino di sotto, pertinenza di una famiglia composta da papà, mamma e da un bambino piccolo. Vicini che avevano ormai rinunciato a godersi il proprio giardino, per evitare di essere colpiti alla testa dai lanci che provenivano da sopra, alcuni davvero disgustosi come l’olio usato per le cotture degli alimenti.
A far aprire il fascicolo a carico di Gilda Pinto, insegnante, era stata una denuncia querela della famiglia firmata dall’avvocato Alberto Venco e risalente addirittura al 23 gennaio 2020. Ma i lanci non si sono mai interrotti in tutti questi mesi (anni) nemmeno quando il giudice delle indagini preliminari, credendo di far desistere l’indagata, l’aveva colpita con la misura dell’obbligo di firma davanti alla polizia giudiziaria. Un provvedimento che era poi stato aggravato, diventando l’obbligo di stare almeno due chilometri lontano dalla famiglia. In sostanza, però, i problemi non si sono mai interrotti, con le ultime segnalazioni – documentate – datate 27 ottobre 2022.
La vicenda, insomma, non poteva che finire in un’aula del palazzo di giustizia di Como dove, davanti al giudice monocratico Francesca Banfi, l’insegnante cinquantenne è stata condannata ad un anno e mezzo di pena con la sospensione che sarà subordinata al pagamento della provvisionale in favore delle vittime e al completamento di un percorso di recupero presso un apposito centro che si occupa di chi commette questa tipologia di reati. Alla famiglia dovranno essere versati, come risarcimento del danno (provvisionale in attesa di una definizione in sede civile) oltre 10 mila euro (2 mila per il figlio piccolo) con in più 8 mila euro per le spese.
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