L’appello di una disabile comasca al ministro: «Perché si paga la fisioterapia?»

Diritti Comasca incontra Locatelli e pubblica il video della conversazione. «Ne ho bisogno da quando sono nata, ma qui è gratis solo per gli allettati»

Como

«Sono felice dei risultati ottenuti dal ministro con la mototerapia, ma non trovo giusto che altre terapie fondamentali, come la fisioterapia, per i disabili non siano coperte dal sistema sanitario nazionale». L’appello della comasca Francesca Pergola è contenuto in un video, registrato durante l’evento organizzato dal ministro comasco Alessandra Locatelli a Villa Erba, il 21 marzo: ComoLake Inclusion.

«Ne ho bisogno dalla nascita»

Nel video, pubblicato sui social, è Pergola stessa a rivolgere alcune domande a Locatelli. A partire dalla riforma sulla vita indipendente delle persone con disabilità e sul riconoscimento del ruolo dei caregiver. «Come mai l’avete rinviata?», chiede Pergola. «Non è così - risponde il ministro -. Dal 1 gennaio 2025 è avviata, ma ha un’entrata in vigore progressiva, perché lo prevede la legge delega. Non voglio che fallisca questa riforma, che ha una complessità tale per cui le persone devono essere formate. Voglio che gli uffici vengano adeguatamente preparati». La riforma prevede un «progetto vita» entro il quale le problematiche legate alla dimensione sanitaria, lavorativa e sociale delle persone con disabilità vengano affrontate con un unico approccio.

Pergola porta poi torna sul fatto che la fisioterapia per le persone disabili non allettate sia a carico del privato in Lombardia. «Ho una distrofia muscolare, quindi da quando sono nata ho bisogno di fisioterapia - racconta infatti Pergola al giornale -In Germania ho fatto le prime cure, poi qui a Como in via del Dos, con la Nostra Famiglia, ma mi sono state garantite solo fino ai 18 anni, da allora sono spese mie perché il medico dell’Asl venuto a visitarmi a casa ha ritenuto che, non essendo io allettata, non avessi bisogno di sedute coperte dal sistema sanitario nazionale. Me ne bastavano dodici, diceva sette anni fa: da allora, a mie spese, ho continuato a fare fisioterapia una volta alla settimana».

«Cure non garantite, non è giusto»

Una situazione cui Pergola ha fatto cenno anche nella conversazione con il ministro Locatelli, che le ha risposto facendo riferimento alla riforma in atto. «Per ogni persona, attraverso il “progetto di vita” si mira a costruire soluzioni su misura: si terrà conto della dimensione socio sanitaria nel suo insieme. Bisogna lavorare affinché chi opera nel mondo sociale o in quello sanitario capisca che bisogna dare risposte personalizzate, non solo le solite perché si è sempre fatto così».

Pergola torna però sull’appello lanciato con al ministro, anche alla luce della modifica (passata in Senato e in attesa di approvazione) all’articolo 30 della legge 730 del 1983. L’emendamento, proposto dalla senatrice leghista Maria Cristina Cantù, prevede che le cure complementari, non strettamente sanitarie, all’interno delle Rsa non siano più a carico del sistema sanitario nazionale. «Oggi per fortuna ho i miei genitori che mi aiutano nell’assistenza e nell’igiene - conclude Pergola -, ma un giorno oltre alla fisioterapia dovrò pagarmi anche queste cure. Non è giusto».

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