Cronaca / Como città
Giovedì 06 Febbraio 2025
L’architetto Castiglioni: «Inaccettabile». E Terragni: esposto alla Soprintendenza
Le polemiche Arrivano le prime critiche al progetto presentato come concept in conferenza stampa martedì da Como 1907 e Populous
«Pensavo fosse impossibile che i comaschi continuassero nella loro opera di distruzione della città iniziata tanti anni fa con la brutta vicenda dell’abbattimento del quartiere Cortesella e il rogo della Casa Vietti. Se continua così, dopo la distruzione del lungolago, dei giardini a lago e ora dello stadio, saremo fortunati se ci rimarrà la magnifica passeggiata di Villa Olmo ideata da Giuseppe Terragni dove immergersi nello spirito di una delle nature più affascinanti del pianeta».
Attilio Terragni, architetto e pronipote del maestro del Razionalismo, affida a facebook la propria contrarietà al progetto del nuovo stadio e annuncia addirittura un esposto alla Soprintendenza: «Scriverò che quel progetto deve essere più basso di dieci metri: spendano i soldi per scavare - dice - Il nuovo stadio dovrà essere al massimo alto come l’attuale, che pure a forza di modifiche, che fra l’altro tolgono la visuale sul lago, è già più alto di quanto dovrebbe. Finiremo col buttare via un sacco di soldi e un enorme patrimonio architettonico e naturalistico. E il cantiere del nuovo stadio rischia di replicare quanto successo con le paratie».
Del tutto contrario a quanto si sa del nuovo stadio anche Francesco Castiglioni, decano degli architetti comaschi: «Bisogna mobilitare l’Ordine degli architetti e far di tutto per contrastare quel progetto, quell’idea di stadio è in contraddizione con tutto quanto è stato finora progettato ed eseguito per le sorti del Sinigaglia. Trovo inaccettabili il rapporto con l’esistente, le dimensioni, le proporzioni. Già se ne discuteva in passato, quando furono fatte modifiche alla curva che chiamavano in causa il rapporto con il Monumento ai Caduti. Questo abbozzo di progetto travalica tutte le regole e i rapporti con le preesistenze, è un ampliamento di dimensioni assolutamente inaccettabili».
Il progettista comasco Mario Di Salvo auspica una riflessione soprattutto di natura urbanistica: «Una cosa era lo stadio concepito nel ’27 per una città di 30-35mila abitanti, altro intervenire nella città di oggi in funzione di attività calcistiche del tutto diverse rispetto all’epoca in cui fu realizzato, in un ambito ormai ristretto e comunque di grande valenza paesistica. Il tutto merita uno studio molto più approfondito. Altri giudizi sono prematuri, siamo pur sempre di fronte a una bozza, anche se certamente si tratta di volumi non di piccolo impatto».
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