L’assessore: «Trenord sta migliorando». Ma i pendolari negano: «Sempre peggio»

Il dibattito Lucente in un’intervista al giornale parla di «numeri che ci fanno ben sperare». Diversa l’esperienza dei viaggiatori: «Treni sporchi, ritardi quotidiani e difficoltà coi bonus»

«Trenord migliora? Sono decenni che il servizio peggiora. Anche basta!» Così un lettore del giornale, Mario De Ascentiis, commenta le parole dell’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, pronunciate in un’intervista pubblicata ieri su queste pagine.

«Tutte chiacchiere» è il giudizio di un altro lettore-pendolare, Andrea Giordano. E ancora: «Non mi sembra che le cose vadano meglio, anzi. Parlo da pendolare quotidiana alle ore di punta del pendolarismo», scrive Sabrina Gagliardi. L’esperienza dei pendolari comaschi non riflette, insomma, la spinta ottimistica dichiarata dall’assessore Lucente, legata in particolare all’aumento dei passeggeri sulle tratte regionali e in particolare sulla linea che da Como porta a Milano Cadorna, la seconda più trafficata in regione, con 25mila passeggeri quotidiani.

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«Meno trionfalismi»

«Sull’aumento degli utenti i trionfalismi andrebbero ridotti -, commenta però Marco Butti, ex assessore e pendolare di lunga data proprio sulla tratta gestita dalle FerrovieNord - Banalmente, l’abbonamento al treno costa meno per i cittadini rispetto al parcheggio a Milano, ai pedaggi dell’autostrada e alla benzina che dovrebbero pagare spostandosi in auto. E poi non c’è alternativa a Trenord». Su un altro punto citato dall’assessore Butti conferma che i miglioramenti ci sono: è il nodo degli avvisi agli utenti che, in caso di incidenti, guasti e conseguenti variazioni di percorso, tardano ad arrivare o non arrivano. Lucente ha garantito che questa tematica è per lui prioritaria. «E in effetti qualche miglioramento sulla linea di Como Lago c’è», dice Butti. A non essere cambiati, invece, sono i ritardi che anzi ormai, stando all’esperienza del pendolare, hanno raggiunto una quotidianità prevedibile. «Sono sempre gli stessi: il treno delle 7.51 a Borghi, diretto verso Milano, è in ritardo e così quelli della sera, da Milano, alle 18.13 e alle 18.43, si fanno attendere sempre sette minuti». Infine, l’inefficienza del servizio per Butti è legata anche al tasso di sporcizia che si registra sui vagoni determinando «significative differenze rispetto all’esperienza dei viaggiatori sull’altra linea comasca».

Da San Giovanni

Per la linea S11, ovvero quella che collega Como alla stazione di Milano Porta Garibaldi , prende invece la parola Giorgio Villa, portavoce del comitato pendolari che fanno riferimento a questa direttrice. Il tema più caldo, per lui, è quello della nuova modalità di rimborso che ha portato gli utenti a non ricevere più il bonus in automatico, sulla base della frequenza dei ritardi, ma a doverlo richiedere. Cambiamento che Lucente ha giustificato con una «disposizione nazionale». «La Lombardia era all’avanguardia rispetto ad altre regioni e l’automatismo, pur mantenendo i nuovi limiti più restrittivi resterebbe l’operazione migliore» commenta però Villa. Passa quindi a denunciare le difficoltà degli utenti nel chiedere indennizzi con il nuovo sistema che «porta anche a rimborsi minori».

«Bene comunque che l’assessore sia disposto ad aggiustamenti in corso d’opera: l’asticella dei 15 minuti non ha senso per tratte che, nell’esperienza degli utenti, rientrano attorno all’ora di viaggio. Cito alcuni pendolari: 15 minuti sono un contrattempo per chi prende il treno una volta ogni tanto, ma un’ingiustizia per chi lo fa ogni giorno per andare al lavoro».

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