L’aumento degli stipendi per badanti e colf
pesa sul bilancio delle famiglie: «Bisogna aumentare le pensioni degli anziani»

Rincari Previsto a giorni l’aggiornamento delle retribuzioni, salvo interventi dell’ultima ora. Acli Colf: «Situazione difficile per tutti». Le voci delle lavoratrici: «Guadagniamo ancora poco»

Scatta l’aumento degli stipendi di colf e badanti a tempo pieno, sono circa 2mila euro in più all’anno a famiglia. Le lavoratrici ora chiedono di adeguare anche le pensioni degli anziani che assistono.

Sulla base dell’andamento dell’inflazione dalla settimana prossima vengono aggiornate le retribuzioni minime di colf, badanti e babysitter. Le famiglie, preoccupate, a meno di interventi del governo dovranno sobbarcarsi fino a 125 euro in più al mese, circa 2mila euro l’anno.

Oggi le badanti che lavorano con un regolare contratto di base prendono poco, 926 euro al mese per 30 ore settimanali in casa di un anziano non autosufficiente, 1.026 euro convivendo con l’assistito a tempo pieno. I salari sono ancor più bassi per seguire una persona giudicata autosufficiente. Gli adeguamenti prevedono poco meno di cento euro in busta paga. I datori di lavoro, quindi gli anziani attraverso le loro pensioni o i familiari stretti, sono chiamati a coprire anche i costi del Tfr, della tredicesima e delle ferie. L’ennesima tegola.

Redditi medio bassi

«Per le famiglie è un’ulteriore spesa in un momento già complicato – commenta Paola Monzani, responsabile del servizio Acli Colf Como – serve una diluizione dell’aumento. Ma bisogna anche pensare alle lavoratrici che svolgono una professione molto delicata e faticosa, strette anche loro dal caro bollette e dal caro spesa. Questo nuovo scatto coinvolge da ambo i lati persone con un reddito medio basso. A nostro parere occorre intanto incentivare le badanti a fare la dichiarazione dei redditi. Molte non presentano i documenti nonostante abbiano regolari contratti, questo è il vero tasto dolente. Così potrebbero dedurre le spese, permettendo al sistema di recuperare tasse».

Meno utili secondo i sindacati i sostegni tramite voucher o le misure una tantum. Le badanti superata la pandemia hanno profili ricercati anche altrove, per esempio nelle case di cura. Dunque di recente le famiglie faticano ad assumere assistenti.

Nel Comasco la stragrande delle badanti in servizio arriva dall’Ucraina. «Per 24 ore di lavoro 1.026 euro è poco – dice Anzhela Simon, 54 anni, badante ucraina al lavoro a Como da 16 anni – per aiutare anziani autosufficienti la paga è anche più bassa. E di recente tutto costa di più, dalla spesa alla benzina. E non è vero che tante di noi lavorano in nero: abbiamo bisogno di un contratto per forza perché ci serve il permesso di soggiorno. Piuttosto credo sia giusto aumentare anche le pensioni degli anziani più in difficoltà. Così che possano permettersi di pagare qualcuno che gli stia accanto».

Tra guerra e miseria

I bisogni di assistenza sono sempre più gravosi, anziani con problemi sanitari, magari allettati. «Adeguare il nostro stipendio è ragionevole - spiega Lesya Yorochko, altra badante in servizio in città – è un grande impegno a tempo determinato, noi assistiamo il fine vita. Ma è altrettanto giusto aumentare le pensioni degli anziani che altrimenti non ce la fanno a pagarci. In nero non vale, io sono 20 anni che pago i contributi per avere le carte in regola e, chissà, una pensione per me stessa». «Notte e giorno aiuto un anziano di 80 chili tra letto e carrozzina – racconta Kyryliuk Zinaida, da 13 anni a Como – con lo stipendio noi teniamo in piedi intere famiglie, ancora in Ucraina. Là da anni manca il lavoro e con la guerra i nostri uomini sono morti».

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