Lavori allo stadio: il 15 settembre prima partita in casa

Il summit Ancora niente agibilità e tanti lavori da fare, ma gli ultimi incontri si concludono con tanto ottimismo. La carta: poter disputare le prime tre partite in trasferta

I tifosi del Como non perderanno nemmeno un match casalingo della serie A. Dopo una due giorni di incontri e summit sul futuro dello stadio, si respira un clima di rinnovato ottimismo. Che affonda le proprie ragioni su due aspetti che potrebbero risultare cruciali. Il primo: la chance (sempre più concreta) che la Lega Serie A possa concedere al Como di giocare le prime tre partite della stagione in trasferta. Lo si saprà, formalmente, soltanto il 4 luglio quando saranno sorteggiati i campionati. Ma, complice anche un precedente in tal senso, la speranza di ottenere la deroga è molto più che una semplice opportunità.

Così fosse, il Como approfitterebbe dello stop per l’impegno della Nazionale italiana nel weekend del 7 e 8 settembre per aprire le porte del Sinigaglia al proprio pubblico il 15 settembre, per il primo impegno casalingo.

Il secondo aspetto riguarda il clima che si è respirato sia martedì, in occasione della Commissione prefettizia per i pubblici spettacoli, sia ieri quando si è tenuto un summit tra il prefetto Andrea Polichetti, il questore Marco Calì, il sindaco Alessandro Rapinese, Fabrizio Bottacin per il Como, e poi vigili del fuoco, polizia locale per valutare gli aspetti di ordine pubblico e di sicurezza. Clima di grande collaborazione anche se, come ha fatto notare nel corso dell’incontro proprio il prefetto, Andrea Polichetti, l’ottimismo si tramuterà in risultato «se tutti faranno la propria parte».

L’ampiamento

Fin qui l’ottimismo. Attenzione, però, perché di lavoro da fare ce n’è ed è anche tanto. Cominciamo dall’ampliamento dei posti a sedere, che dovranno salire fino a 10mila. La Commissione prefettizia, l’altroieri, non ha concesso alcun tipo di agibilità non solo perché ancora i lavori non sono stati fatti (a proposito: il cantiere può partire anche a brevissimo, perché i progetti hanno tutti ottenuto l’ok dalle parti in causa), ma soprattutto perché mancano documenti essenziali. Nel dettaglio: manda la relazione tecnica dei carichi a protezione del vento; manca il progetto strutturale per la piattaforma Sky; mancano, soprattutto, i collaudi statici delle curve e dei distinti; mancano (ma questo è il meno) alcuni documenti sul progetto del punto bar che sarà aperto (ora è ufficiale) nel settore distinti.

Com’è stato fatto notare nel corso della Commissione, la raccolta di quei documenti non è una banale questione burocratica: dietro quelle certificazioni c’è una verifica di sicurezza per l’idoneità della struttura. Indispensabile per consentire alla Lega Seria A di dare l’ok a disputare le gare al Sinigaglia.

Le telecamere

Tanti lavori da fare anche sul fronte dell’ordine pubblico. Uno dei temi principali dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio ha riguardato il sistema di videosorveglianza: non solo quello interno allo stadio (alcune telecamere vanno cambiate e vanno aggiunte quelle nelle aree dei tornelli) e quelle attorno al Sinigaglia, ma anche - e soprattutto - le telecamere da piazzare lungo tutto il percorso dal parcheggio ospiti di Lazzago fino allo stadio.

Al Comune è stato dato l’incarico di predisporre un impianto - collegato con la Questura - per monitorare l’area di sosta in zona parcheggio Nord di Grandate e poi le strade percorse dai pullman. Insomma, c’è di che rimboccarsi le maniche. Il 15 settembre sembra lontano, ma è qui dietro l’angolo: mancano appena tre mesi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA