Cronaca / Como città
Giovedì 10 Agosto 2023
Decine di case comunali in via Spartaco sono vuote, quelle abitate invece sono pericolanti
La denuncia Gli alloggi delle case popolari sono sfitti perché non a norma se non addirittura inagibili. Pianerottoli tenuti insieme da piastre di metallo, scale dall’aria malsicura e infissi in pessime condizioni
Il peggiore è il 13 E. Sono tutti al civico 13 i condomini delle case comunali di via Spartaco, ma non è questa l’unica cosa che li accomuna.
Il tratto comune di questi condomini che risalgono agli anni Sessanta - sono una decina, per un totale di circa 90 appartamenti - sono le condizioni a dir poco precarie. La situazione degli appartamenti è diversificata: ce ne sono alcuni, una esigua minoranza per la verità, ristrutturati da poco e in ottime condizioni. Tanti sono decorosi ma scontano l’età e la mancanza di manutenzione. Poi ce ne sono decine vuoti o addirittura murati. In una palazzina dall’aria spettrale quelli vuoti sono dieci su dodici. Quando l’inquilino se ne è andato o è morto non sono stati più affittati perché non a norma se non addirittura inagibili.
L’incendio
L’appartamento in cui nel 2016 perse la vita per un incendio una donna di 75 anni è rimasto come quel giorno: sprangato, sulla porta gli avvisi “pericolo crollo”. E vale la pena di ricordare che sono quasi 400 le persone in attesa di una casa comunale o Aler.
Il 13 E, dunque. I pianerottoli sono letteralmente tenuti insieme da traversine di metallo imbullonate al pavimento. «Le hanno montate qualche settimana fa, prima si vedeva sotto», racconta una signora. E in alcuni punti il distacco si vede ancora. Il vano scale è scrostato, gli infissi in più punti staccati vistosamente dal muro: «D’inverno entra un gran freddo, sistemarli vorrebbe dire anche risparmiare sul riscaldamento». Non una questione da poco, per gente che guadagna 300 euro di pensione e paga spese di condominio da 1500 euro l’anno per riscaldamento, acqua e luce delle scale.
Sempre nel 13 E la scala non ha un aspetto rassicurante, ma soprattutto fa un rumore sinistro: «Il dodicesimo gradino scendendo», avvisa un’altra inquilina, e in effetti lì il suono cambia.
E poi cavi volanti, buchi lasciati dagli operai intervenuti a installare i citofoni dopo due anni che gli inquilini li chiedevano. «Qui abitano tanti anziani e tanti malati - racconta un uomo - e non c’è l’ascensore: senza citofoni era davvero un disastro, la gente doveva buttare le chiavi dalla finestra».
Le case di via Spartaco - con quelle di via San Bernardino da Siena, via Fabio Filzi, di via Turati e via Polano - fanno parte del primo lotto di 297 alloggi che Aler ha preso in gestione dal Comune, entro un anno il passaggio riguarderà tutti i 777 appartamenti gestiti dal Comune, 221 dei quali sono attualmente sfitti. Le aspettative dei residenti sono alte, ma prudenti: «Qui la manutenzione non è mai stata fatta, e invece avrebbe permesso di arginare il degrado e mantenere abitabili tante case».
La manutenzione
La manutenzione serve anche all’esterno, dove svettano alberi alti decine di metri: «Mai nessuno li ha potati - raccontano - Ora sono malati, portano un sacco di insetti. Quando c’è stato l’ultimo nubifragio sono venuti giù un sacco di rami, anche molto grossi».
Solo di recente è stato risolto il caso di un appartamento sfitto e chiuso, ma la cui finestra è rimasta aperta per mesi: era diventato il rifugio di una colonia di piccioni che, da lì, infestava il quartiere. Qualche giorno fa sono entrati a chiudere la finestra, e in un nido c’erano due pulcini appena nati. Li ha adottati la vicina, che li sta svezzando. Loro, almeno, una casa l’hanno trovata.
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