Le risposte delle minoranze alle critiche del sindaco Rapinese: «Ora ci dà lezioni?»

La polemica Le parole del sindaco dividono i social. Opposizioni compatte: «All’opposizione si lamentava. Altro che super eroe, tocca a lui risolvere i problemi»

L’attacco lanciato dal sindaco Alessandro Rapinese ai comaschi («Il comasco medio non solo non collabora con l’amministrazione, ma è anche ostico. Però pretende e si lamenta») sulle pagine de “La Provincia” di ieri ha avuto l’effetto di sollevare le opposizioni e, contemporaneamente, ha creato un dibattito acceso sul web e sui social. tantissimi i commenti dei lettori che sono divisi: c’è chi lo appoggia e lo sprona ad andare avanti così e chi, al contrario, lo contesta ricordandogli le promesse fatte in campagna elettorale.

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Il centrodestra

Di certo i partiti politici, da destra a sinistra e le civiche di opposizione, gli ributtano addosso le critiche che lui stesso muoveva alle amministrazioni passate . La segreteria provinciale di Fratelli d’Italia va all’attacco con Stefano Molinari: «Noi cittadini comaschi ci siamo svegliati con la ramanzina del sindaco “piangina”. Anziché fare mea culpa, capire dove il suo essere super eroe non funziona, cosa pensa di fare? Semplice, piagnucolare e accusare la città di scarsa collaborazione». E imputa a Rapinese di «non essere capace di analizzare eventuali insuccessi ma solo di accusare altri». Il consigliere regionale e segretario provinciale di Forza Italia Sergio Gaddi rincara la dose: «È passato solo anno e il sindaco già scarica tutte le sue colpe sui comaschi brutti e cattivi. Ma come, non aveva i superpoteri? Non era quello che sapeva tutto perché era già stato in consiglio comunale? Strano che scopra solo oggi che amministrare è difficile, che la realtà è ben diversa dalle favole e dalle sparate sui social. Per governare ci vogliono equilibro, capacità e saggezza». E ancora: «Un sindaco non è né l’educatore, né il maestrino dei cittadini, i quali non votano certo per sentirsi la lezioncina, ma per vedere i problemi risolti. E al momento, le poche opere viste vengono tutte dalle tanto vituperate giunte precedenti o dalla Regione, che ha risolto la questione lungolago».

La capogruppo della Lega a Palazzo Cernezzi Elena Negretti precisa: «Dalle fila dell’opposizione era tutto più semplice: la colpa era di chi amministrava, adesso si sono invertiti i ruoli, la colpa è dei cittadini. La Lega è e sarà sempre dalla parte della gente, soprattutto in questo momento economico particolare, difficile e complicato. Ci vorrebbe un po’ più di collaborazione e meno dittatura». Il candidato sindaco del centrodestra Giordano Molteni, già primo cittadino di Lipomo sottolinea come «non si può sempre essere lamentosi incolpando gli amministratori precedenti, le società sportive, le associazioni, i cittadini, tutti “inadempienti”. Un sindaco è chiamato ad affrontare le situazioni trovando le giuste soluzioni senza continuamente dare le colpe ad altri».

Il centrosinistra

In casa centrosinistra il capogruppo di Svolta Civica V ittorio Nessi sbotta: «Non funziona nulla e il sindaco se la prende con i comaschi. La faceva facile quando era all’opposizione, ora si accorge che amministrare è complicato. Non basta mettere le regole, calarle dall’alto e pensare di avere risolto le faccende». E aggiunge: «Ogni contesto ha un approccio diverso. Occorre dialogo e ascolto ma il sindaco va solo allo scontro perché non sa fare altro». Per il Pd la capogruppo Patrizia Lissi è sulla stessa lunghezza d’onda: «È noto come il sindaco debba sempre trovare un capro espiatorio. Una volta sono quelli che hanno amministrato prima, un’altra i cittadini. Che ci siano persone maleducate è così a Como e in tutte le altre città del mondo, compito dell’amministrazione è ascoltare i cittadini e arrivare a scelte condivise. Quello che si lamentava sempre era proprio lui anche con frasi poco gentili. Quando era all’ opposizione la colpa era di chi governava, ora non può più nascondere il suo operato di un anno e quattro mesi con scelte molto discutibili».

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