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(Foto di archivio)
Anziani Quattro residenze su sette hanno ritoccato le cifre mensili. E si prevedono nuovi rincari
In città, nell’ultimo anno, più della metà delle Rsa ha ritoccato le rette, con rincari fino a 124 euro al mese. Se si guardano i dati pubblicati dall’Ats Insubria all’inizio del 2024 il confronto con le stesse tabelle al 31 dicembre segna, per 4 residenze per anziani su 7 del capoluogo, un rialzo dei costi a carico delle famiglie fino a un massimo del 4,6%.
Al don Guanella i rincari sono stati pari a un euro e otto centesimi al giorno come retta minima e due euro e 34 centesimi per la massima. Quindi in media una sessantina di euro al mese. Alla casa Santa Maria della provvidenza, salendo verso Lora, le rette minime sono salite di 2,5 euro e le massime di 3,5 euro, quindi tra 77,5 euro e 108,5 euro. La Ca’ d’Industria, anche quest’anno, ha comunicato agli ospiti che non ritoccherà le tariffe, sebbene partisse storicamente da prezzi più elevati della media cittadina. Alle Giuseppine, pur con dei meccanismi di tutela per gli ospiti più lungo degenti e pur avendo i costi più bassi, le minime sono salite di quattro euro al giorno, quindi fino a 124 euro al mese. Mentre la casa Santa Marcellina ha rivisto le massime di tre euro, dunque 93 euro.
Quindi in città la spesa massima mensile per vivere in una Rsa è pari a 3.782 euro e la minima è pari a 2.201 euro. Poche le pensioni sufficienti a pagare simili cifre. Secondo le Rsa se le cose con i rimborsi regionali non dovessero cambiare, il previsto aumento dei costi, in particolare del personale, imporrà nel 2026 nuovi incrementi. Proprio per questo. visto l’importante scatto di contratto riconosciuto agli operatori sanitari in forze alle residenze per anziani da quest’anno, tutte le strutture sperano che la Regione metta a disposizione nuove risorse per calmierare i prezzi.
Il dialogo è aperto per una misura attesa a fine anno come forma di rimborso, in alternativa già in questi primi mesi dell’anno diverse Rsa potrebbero deliberare nuovi rincari. Tutto questo è successo nell’arco dell’ultimo anno, con gli scatti che si ripetono in maniera costante dalla pandemia ad oggi. È interessante allora confrontare le tariffe a carico della famiglie in vigore prima del Covid, alla fine del 2018, sempre a Como città. Si scopre che, per esempio, le rette massime sono salite fino al 30%, meno nelle strutture già poco economiche, come la Ca’ d’Industria, di più in residenze dai prezzi più contenuti come don Guanella e Giuseppine. Il balzo massimo da allora è stato pari a 21 euro al giorno. Che, sempre tradotto nel costo mensile, significa 651 euro per la camera singola meglio attrezzata.
L’alternativa a cifre sempre più alte, per i parenti, è attrezzarsi all’interno delle mura domestiche, tra caregiver e badanti. Trovare una badante però oggi non è un affare scontato, ancor più attraverso un contratto regolarmente denunciato. Alla luce dei nuovi scatti salariali aggiornati a inizio anno per una badante convivente si arrivano a spendere in media circa 1.750 euro.
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