Le scelte degli studenti: medico sì, ma nessuno vuole il Pronto soccorso

Sanità Male le iscrizioni alla scuole di specializzazione. Inutile l’incremento dei posti per medicina d’urgenza. Scarse le domande per chirurgia e anestesiologia

Pronto soccorso, assegnato solo il 24% dei posti alla scuola di specializzazione.

Il dato relativo ai contratti di specializzazione banditi e assegnati dopo la laurea in medicina non è confortante. A livello nazionale in totale un quarto dei posti messi a disposizione dal Ministero è andato deserto, stesso risultato in Lombardia, per le professioni più pesanti e meno ambite la domanda resta scarsa.

Le assegnazioni per la medicina d’emergenza urgenza sono solo il 30% rispetto ai contratti banditi, virologia, patologia clinica, farmacologia, radioterapia, sono tutte sotto al 20%, male anche la chirurgia generale con la metà dei posti scoperti. Tutte occupate invece scuole come chirurgia plastica, dermatologia, medicina dello sport, scelte che si rivelano essere poi economicamente più vantaggiose. Inutili gli appelli della Regione per indirizzare le nuove vocazioni, l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso aveva chiesto ai neo dottori di orientarsi anche verso settori come quello dell’emergenza urgenza.

Le associazioni degli studenti

Per il nostro territorio all’università dell’Insubria la medicina d’emergenza ha visto l’assegnazione solo del 24% delle borse, inutile aumentare i posti come ha fatto il ministero nella speranza di trovare più matricole. Male anche medicina interna, solo il 24% dei posti assegnati, la chirurgia generale con addirittura solo una domanda arrivata a fronte di dieci posti. Zero domande per chirurgia toracica, farmacologia, patologia clinica, anestesia raggiunge solo il 33% delle assegnazioni. Siamo al contrario al 100% dei posti coperti in medicina del lavoro, medicina dello sport, otorinolaringoiatria, chirurgia vascolare, ginecologia, pediatria, ortopedia e ancora urologia. Nel panorama lombardo le università milanesi e quindi Statale, Bicocca, San Raffaele e Humanitas risultano più attrattive, fatica molto di più l’Insubria o l’ateneo di Brescia.

Le associazioni degli studenti di medicina si dicono «amareggiate», parlano di «disastro annunciato» e chiedono una complessiva riforma della formazione post medica e un vero contratto di lavoro offerto agli specializzandi.

«Come risolviamo la cronica e pericolosa carenza di medici in branche come la medicina d’emergenza? - si domandano Anaao giovani e Associazione liberi studenti - l’unica soluzione è riformare la formazione medica post laurea, archiviando l’impianto formativo attuale con un contratto di formazione lavoro istituendo i learning hospital, con specializzandi che hanno i diritti e i doveri dei dirigenti medici in un contratto incardinato nel contratto nazionale con retribuzione e responsabilità crescenti. Una soluzione che stranamente non comporta un aumento di spesa perché abolirebbe non il numero chiuso, ma la figura dei costosi gettonist e risolvere le ormai incancrenite criticità dei pronto soccorso».

«Inoltre, si dovrebbe evitare di bandire contratti in scuole in cui, qualsiasi siano le ragioni sottese, i contratti vengono abbandonati o non vengono attribuiti».

«Scelte lungimiranti e radicali»

«Di fronte a una crisi che non si è mai vista – afferma Stefano Magnone, segretario regionale Anaao Assomed per la dirigenza medica – si imporrebbero scelte lungimiranti e radicali. Invece, da anni, siamo in attesa della revisione della rete ospedaliera a partire dall’emergenza urgenza, del potenziamento conseguente della rete territoriale, i pazienti acuti vanno concentrati in ospedali sicuri e multispecialistici, i cronici vanno seguiti sul territorio».

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