Le schiacciava la testa con i piedi: marito violento va a processo

Il caso L’imputato è un uomo di 29 anni denunciato dalla compagna dopo tre annidi continue vessazioni

Tra le accuse mosse al marito, che è un ventinovenne originario del Bangladesh, c’è anche quella di aver umiliato la moglie costringendola ad inginocchiarsi di fronte a lui per poi schiacciarle la testa sotto i piedi: «Devi stare sempre sotto di me», le avrebbe detto. Ora però l’uomo, dovrà a sua volta stare “sotto” qualcuno, ovvero i giudici del Tribunale di Como che saranno chiamati a giudicarne le azioni in un processo che è iniziato nelle scorse ore al termine di una indagine condotta dal pubblico ministero Massimo Astori. L’accusa messa nero su bianco dalla procura lariana è quella di maltrattamenti in famiglia, fatti che sarebbero avvenuti – se la tesi accusatoria venisse confermata – tra il gennaio del 2018 e il mese di aprile del 2021, quando la moglie trovò la forza di presentarsi dai carabinieri per sporgere denuncia querela contro quell’uomo che era suo marito e che avrebbe dovuto proteggerla e non picchiarla e umiliarla.

I carabinieri, del resto, avevano già fatto più interventi in quella abitazione del Comasco (di cui non possiamo fornire altri elementi a tutela dell’anonimato della vittima), l’ultimo solo pochi giorni prima la denuncia querela. Ma nel fascicolo che è finito a dibattimento sono confluite anche le dichiarazioni della madre della vittima e pure la relazione del centro antiviolenza che aveva seguito il caso aiutando la donna. Secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa, il marito avrebbe costretto la moglie ad anni di vessazioni e botte, sia fisiche che psicologiche, minacciandola anche con bottiglie di birra rotte. Ma gli episodi più umilianti furono proprio quelli citati in avvio, con la donna costretta non solo ad inginocchiarsi al cospetto del marito ma anche a vedersi schiacciare il capo con i piedi. Tra le diverse ipotesi formulate che vanno a corroborare l’ipotesi di maltrattamenti in famiglia, ci sono pure le ingiurie, il divieto imposto alla vittima di parlare con i propri parenti e pure suppellettili distrutte in casa dalle reazioni violente del marito.

Un quadro dell’orrore che ora attende tuttavia il vaglio dell’aula dove il processo è appena iniziato.

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