L’emergenza affitti, Asst Lariana al lavoro: «Case per infermieri»

Il progetto Stucchi: «Stiamo cercando la soluzione migliori, a settembre ulteriori approfondimenti sul tema» - Oltre a via Napoleona c’è l’ipotesi dell’ex San Martino

Alloggi per infermieri, l’Asst Lariana conferma l’impegno.

L’assessore regionale Alessandro Fermi, intervenuto nel dibattito sul “caro casa” spinto dal turismo e sulla mancanza di abitazioni per i lavoratori, ha spiegato di aver aperto un confronto con i vertici dell’ex azienda ospedaliera per ricavare degli alloggi da mettere a disposizioni dei sanitari. Professionisti che altrimenti, vinto il concorso, non firmano i contratti perché a Como non trovano affitti, tantomeno a prezzi sostenibili.

L’ex convitto

Sul punto il direttore generale dell’Asst Lariana Luca Stucchi conferma l’interesse dell’azienda sanitaria, ma resta prudente. «Ne stiamo parlando - spiega - per cercare di capire quale sia la soluzione o le soluzioni migliori. A settembre, alla ripresa anche dei lavori della giunta, approfondiremo ulteriormente il tema». Nei prossimi mesi del resto l’Asst Lariana deve decidere con la Regione anche del possibile allargamento del nuovo Sant’Anna, come pure del destino dell’ospedale di Menaggio. Certo però l’auspicio di Fermi può aiutare a fare un passo avanti.

Occorre intanto capire se è più conveniente immaginare degli alloggi per infermieri in via Napoleona accanto al vecchio ospedale oppure nel San Martino. Nel 2020 lo stesso Fermi insieme all’Asst Lariana aveva proposto di costruire nell’ex convitto all’interno del parco urbano dei locali per i bisognosi. Una idea più di recente rilanciata dalla Uil del Lario pensando proprio agli infermieri.

All’epoca le cifre e i tempi per riqualificare la palazzina, utilizzata fino ai primi anni duemila, erano contenuti, ora però l’immobile si è deteriorato. In via Napoleona sono diversi gli stabili sfruttabili. Prima della pandemia, che ha bloccato molte idee, l’Asst Lariana aveva studiato alcune riqualificazioni, alla luce della mancata vendita dei terreni e degli edifici in alto alla collina. L’accordo di programma che ha portato alla costruzione dell’ospedale nuovo del resto prevedeva un rilancio delle attività dell’ex Sant’Anna.

L’edificio vuoto più in salute è quello in alto dal lato di via Teresa Rimoldi, sistemato durante la pandemia per i casi positivi lievi, dall’anno prossimo però diventerà l’atteso ospedale di comunità per i pazienti fragili, i lavori procedono. Davanti al monoblocco con gli ambulatori restano altri cinque edifici, dette “dita”, quasi tutti a tre piani e quasi tutti sottoutilizzati. L’ultimo verso la curva già era pensato decenni fa per ospitare sanitari, ha camere e servizi igienici dove sarebbe possibile allestire una ventina di micro appartamenti, certo serve il relativo sforzo economico.

Il patrimonio immobiliare

Più in generale l’Asst Lariana, come molte aziende sanitarie lombarde, ha un grande patrimonio immobiliare in capo alla Regione che aspetta di essere valorizzato e che non merita di cadere a pezzi. In un recente ordine del giorno discusso dal consiglio regionale si legge infatti che gli enti sanitari pubblici comaschi possiedono 73 beni immobili a solo uso abitativo, di questi però 62 risultano sfitti. Gli esempi in città sono diversi. Dalla vecchia corte Ca’Merlata dati ai parenti dei sanitari dipendenti, vicino a San Carpoforo, a diversi appartamenti in via Canturina, in via Per Cernobbio, in via Pannilani, al centrale palazzo Negretti in via Vittorio Emanuele o altrettanto centrale e mezzo vuoto palazzo di via Cadorna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA