Cronaca / Como città
Lunedì 20 Gennaio 2025
Disagi sulle linee ferroviarie,la parola all’esperto: «Inutile ridurre i treni, va aggiornata la rete»
L’intervista Paolo Beria insegna Economia dei trasporti al Politecnico di Milano: «La linea S11 è complessa e merita più attenzioni, perché molto trafficata»
Per Paolo Beria, professore associato di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano, c’è un solo modo per risolvere i problemi dei pendolari comaschi che viaggiano sui treni regionali ed è un adeguamento della rete ferroviaria al servizio offerto. «Un progetto - dice Beria - che richiede anni, ma se si programma il servizio da una parte adattando la rete e dell’altra utilizzando una rete non pensata per quel tipo di servizio, le cose non possono funzionare».
Quello che testimoniano i pendolari che si spostano sui treni regionali è un lento ma progressivo peggioramento del servizio, secondo lei a cosa è dovuto?
Oltre ai i casi nazionali, c’è da puntare l’attenzione su questo peggioramento che, proprio perché lento, non viene percepito come dovrebbe ma che alla lunga non può che creare problemi alla circolazione sui territori. Le cause sono di due tipi: legate alla rete e legate ai treni.
Partiamo dalla rete: che problemi ci sono in questo momento?
Come è stato detto e scritto più volte in questi giorni sicuramente la rete ferroviaria è sottoposta a uno stress in crescita, perché negli ultimi anni è stata aggiunta sempre più offerta e questo ha degradato le performance della rete.
I ritardi e le cancellazioni sul nostro territorio spesso sono legati a guasti nella stazione di Monza. Quali sono le caratteristiche che rendono questo nodo così problematico?
A Monza convergono tre linee, quindi è un nodo complesso, con moltissimo traffico e di cui, inspiegabilmente, si parla molto poco. Mi capita di frequentarlo personalmente e devo ammettere che ora la situazione è piuttosto disperante, meriterebbe maggiori attenzioni.
Attenzioni di che tipo?
Il piano del ferro deve essere ottimizzato per poter gestire il servizio. In questo momento la stazione di Monza è nella situazione di quella di Rho: non sono adatte e pensate per il servizio che invece comunque viene richiesto in questi punti.
La S11 in effetti è molto trafficata.
Sì, ed è una linea che sulla carta sembra semplice, ma che in realtà taglia tutti gli itinerari, passa da un binario a un altro in continuazione senza svincoli, o meglio salti di montone. Se si valuta che questa linea serva, e io credo proprio sia così dal momento che collega due territori importanti, allora bisogna valutare con attenzione il suo impatto sulla rete e progettare cosa si può fare per migliorarla.
Una delle ipotesi avanzate in questi giorni è una riduzione delle corse, ma può funzionare come soluzione anche a livello locale?
Sull’alta velocità c’è un’elevatissima domanda e si potrebbe intervenire, in quel caso, accoppiando i treni che ora viaggiano in composizione singola: lì una riduzione forzata del numero di treni potrebbe avere un senso. Sui regionali no, perché semplicemente significherebbe ridurre il servizio e questa non può essere una soluzione. Farlo sarebbe un’ammissione di incapacità di trovare una soluzione effettiva. Anche perché il servizio è richiesto e, stando ai dati di Trenord, lo è sempre di più.
Un altro tema molto sentito a livello locale è il grande numero di cantieri e di interruzioni previsti per quest’anno, legati soprattutto alle Olimpiadi. Pensa possano apportare soluzioni definitive?
Quest’anno assisteremo a una serie di chiusure piuttosto drammatica, su tutta la regione, credo senza precedenti. Tuttavia non ho notizie di interventi come raddoppi di tratte, dai quali sarebbe inevitabile aspettarsi un miglioramento, sulle linee per Como,ma piuttosto di manutenzione straordinaria, che è quella che va fatta per evitare che la situazione degradi.
In una recente intervista lei parlava di soluzioni di natura tecnologica che potrebbero migliorare il servizio. Di cosa si tratta?
Il sistema di segnalamento Ertms ad alta densità sarebbe molto utile perché permette che i treni si accodino uno più vicino all’altro. Questo aumenterebbe la capacità della rete e probabilmente anche la regolarità delle corse. È un investimento di medio termine che ci aspettiamo da Rfi
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