Cronaca / Como città
Lunedì 28 Ottobre 2024
L’ex campione dell’Inter spegne le feste di Villa Bonomi
Consiglio di Stato La giustizia amministrativare spinge l’ultimo ricorso dei gestori della villa: «Resti solo residenziale»
Villa Bonomi non potrà più essere utilizzata per feste e matrimoni. A meno che il Comune non cambi idea al riguardo. A dirlo, in via definitiva, è il Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso presentato dalla Tree Collection srl contro la sentenza con la quale il Tar aveva accolto il ricorso dei residenti della zona. A dare il via alla battaglia legale contro la villa diventata luogo di feste di ogni tipo con musica ad alto volume e financo fuochi d’artificio, erano stati l’ex campione dell’Inter Ivan Ramiro Cordoba, la moglie Maria Isabel Yepes e i residenti di via Panoramica San Pietro (assistiti dall’avvocato Giovanni Murgia). Gli abitanti della zona, infatti, avevano «segnalato al Comune di Como la progressiva trasformazione dell’utilizzo del compendio da parte della Tree Collection, conduttrice dell’immobile, in attività di ricezione turistica, con una pluralità di eventi organizzati, comportanti un generale degrado della zona e immissioni acustiche intollerabili». Da qui la decisione del Tar di accogliere il ricorso sottolineando un «uso incompatibile» della Villa «con la destinazione d’uso» di fatto passata «da residenziale a turistico-ricettiva».
Dopo la sentenza il Comune è intervenuto con tre differenti provvedimenti contro la srl che ha tramutato Villa Bonomi in un luogo di feste e di eventi. Tra questi un’ingiunzione di ripristino dei luoghi e soprattutto un ordine con il «divieto immediato di prosecuzione di ogni attività finalizzata all’uso turistico extralaberghiero con svolgimento di eventi» e il «divieto di fornire» agli ospiti di Villa Bonomi «ogni diverso servizio che esula dalla locazione privata turistica breve, in un immobile ad uso esclusivamente residenziale».
In realtà nel proprio ricorso al Consiglio di Stato la Tree Collection ha sostenuto di aver svolto «solamente locazione turistica breve a terzi, non richiedente dunque una preventiva verifica dell’inquinamento acustico» e che le feste private a Villa Bonomi «sarebbero peraltro state gestite dagli ospiti autonomamente».
«Invero – scrivono per contro i giudici del Consiglio di Stato – non solo l’istruttoria svolta successivamente e a fondamento dei provvedimenti sopravvenuti dimostra l’uso incompatibile con la locazione turistica breve dell’immobile, ma anche la precedente relazione tecnica e i sopralluoghi della Polizia municipale e dei Carabinieri forestali dimostrano lo svolgimento in forma sistematica di attività ricreativa ripetuta nel tempo (circa venti eventi nel 2022 e circa venticinque nel 2023) con immissioni acustiche che superano gli standard normativi, tali da determinare un mutamento di destinazione da residenziale a turistico ricettiva».
Anche per questo motivi l’ultimo grado di giudizio amministrativo ha respinto in toto il ricorso della società che gestisce la villa, condannandola anche a pagare le spese legali sia ai privati che al Comune di Como.
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