Lezioni a rischio
Prof e bidelli, il 12%
non si è vaccinato

Sono 1.931 i lavoratori senza neanche una dose. Nelle pubbliche e paritarie ciclo completo solo per il 75% . C’è chi ha lasciato scadere i termini per fare il richiamo

Il 12% degli insegnanti e dei bidelli di Como non è vaccinato, sono 1.931 gli inadempienti. Ma, dal primo settembre, per i lavoratori il Green pass è obbligatorio.

Dopo aver consegnato nelle mani del generale Francesco Paolo Figliuolo il dossier sulle vaccinazioni nella scuola, la Lombardia fornisce per la prima volta alcuni numeri circa la campagna vaccinale sul personale scolastico.

Il 75% ha completato il ciclo

Considerando la platea indicata dal Ministero, 11.002 dipendenti totali delle scuole pubbliche e paritarie, nel Comasco risultano vaccinati con due dosi 8.233 tra docenti e collaboratori (75%), sono 1.405 i colleghi che hanno fatto una sola dose (13%) e di questi 413 hanno il richiamo non ancora scaduto, infine 1.364 (12%) non hanno aderito alla campagna vaccinale.

La Regione ha anche preso in esame un insieme di lavoratori più ampio che comprende anche i dipendenti degli asili nido, delle scuole dell’infanzia, dei corsi professionali, gli addetti alle mense e gli autisti degli scuolabus. Un gruppo di 17.033 persone totali. In provincia risultano vaccinati con due dosi in 12.962 (76,1%), 2.140 hanno ricevuto una sola dose (12,5%) di cui 602 richiami non sono ancora scaduti e 1.931 i non vaccinati (11,34%).

Il calcolo in realtà è un po’ più complesso. Infatti, gli operatori scolastici che si sono fermati a una sola dose, dopo che è stato superato il termine utile per il richiamo, non hanno ottenuto il Green pass e quindi non sono in regola. A meno che non abbiano contratto il Covid nei sei mesi precedenti alla vaccinazione e debbano quindi fermarsi alla prima inoculazione, e c’è anche chi si è ammalato dopo la prima dose. Ma la quota di insegnanti e bidelli non in regola con l’obbligo potrebbe essere un poco superiore, di sicuro più di 2mila persone.

È un numero importante, superiore alle attese, che può mettere nei guai la regolare ripresa delle attività scolastiche. L’obbligo infatti stabilisce che gli operatori scolastici senza pass non possono entrare a scuola, e dopo cinque giorni di assenza ingiustificata il rapporto di lavoro si interrompe, senza retribuzione. Ma c’è sempre tempo per mettersi in regola: per le vaccinazioni anti Covid del personale scolastico gli hub sono sempre aperti, non serve prenotare, ed è possibile auto presentarsi. La speranza è che l’adesione salga in questi ultimi giorni utili. Ma è pur vero che nell’ultimo mese pochissimi insegnanti e collaboratori si sono fatti vaccinare.

La “marca” usata

Come categoria da vaccinare prioritariamente, i lavoratori della scuola a marzo erano stati chiamati negli hub. L’81% degli operatori scolastici a Como ha ricevuto AstraZeneca, un siero poi bandito per le fasce d’età più giovani con diversi dietrofront fino alla conclusiva vaccinazione eterologa, il mix di vaccini. Queste indicazioni contrastanti hanno sollevato dubbi e timori nelle scuole, remando contro l’esito della campagna vaccinale. Il 16% degli insegnanti e dei bidelli di Como ha ricevuto Pfizer e i restanti, pochi, Moderna o Johnson&Johnson. Non ci sono infine sostanziali differenze tra le varie province nel panorama lombardo. Como è in relativo ritardo insieme a Mantova, fanno meglio Lodi e Bergamo.

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