Cronaca / Como città
Martedì 27 Agosto 2024
Limiti a 50 all’ora, comaschi contrari: «Impossibile rispettarli»
Città I cittadini chiedono di alzare il limite a 70 km/h, almeno in Napoleona. Ma tutti riconoscono l’esigenza di garantire maggiore sicurezza stradale
Gli autovelox sono una buona soluzione per garantire più sicurezza sulle strade, ma i limiti imposti sono troppo stringenti: questo il punto di vista maggiormente condiviso dai comaschi sui cinque nuovi dispositivi per la rilevazione della velocità che verranno installati. I numeri di un sondaggio realizzato sul nostro sito e sui nostri canali social ricalcano quanto espresso a voce dai cittadini interpellati: su 500 votanti, il 60% si è detto contrario al decreto.
Se da un lato i cittadini riconoscono agli autovelox la capacità di dissuadere gli automobilisti dal procedere a grande velocità su strade cittadine molto frequentate, dall’altro il limite di 50 km/h sembra inopportuno. Il caso che solleva più polemiche è quello di via Napoleona, che per conformazione e posizione all’ingresso della convalle, porta a superare i 50 km/h, in particolare in discesa, senza quasi accorgersene. Tanto che il limite è difficile da rispettare anche per chi viaggia su una bici elettrica, come raccontato proprio su queste pagine.
Limiti troppo bassi
«Mi sembra assurdo pensare di imporre un simile limite sulla Napoleona - commenta Luca Giacomini, citando proprio l’esperimento riportato sul giornale di ieri - Capisco la necessità di installare gli autovelox, perché ormai c’è chi davvero va a piacere su queste strade, però aumenterei il limite massimo consentito». A difendere l’installazione dei nuovi autolevox invocando una maggior tutela della sicurezza stradale era stato proprio il sindaco Alessandro Rapinese, che ne aveva chiesto l’approvazione alla Prefettura. «Il concetto è giusto - sostiene Giovanni Colombo - Gli autovelox sono funzionali, ma bisognerebbe mettere mano ai limiti o dare maggior margine di tolleranza».
La sua è un’opinione condivisa in città, tanto che c’è anche chi parla di «strage di multe annunciata» e non nasconde il timore che l’operazione celi una strategia del Comune per “fare cassa”. Per Roberto Riente e Luciano Fusco del ristorante Pro Nobis, in via Lambertenghi, l’installazione dei rilevatori non risolverebbe comunque il problema di chi supera i limiti: «Chi è di corsa troverà altre strade per evitare gli autovelox, come la via San Carpoforo a salire o la via dei Mulini a scendere, nel caso della Napoleona. Così si creeranno nuovi imbuti di traffico e ci saranno nuovi problemi. Più pattuglie che controllino le strade: questa sarebbe una vera soluzione».
Compromessi
Nell’approvare i nuovi autovelox, secondo Simone Trombetta, sarebbe stato giusto fare un compromesso tra garanzie di sicurezza stradale ed esigenze dei cittadini: «I luoghi interessati dal decreto sono quelli in cui spesso succedono incidenti, quindi bene installare gli autovelox lì, ma bisogna tenere conto anche del contesto della città e della conformazione di alcune strade. In particolare per quanto riguarda la Napoleona che è la principale via d’accesso a Como: capirei di più un limite di 70 km/h su questa via». Regina incontrastata del dibattito sugli autovelox, via Napoleona però non è la sola strada a finire nel mirino delle critiche dei comaschi: «Sulla Pasquale Paoli gli automobilisti viaggiano a grande velocità - commenta Vincenzo Malpede, titolare del bar Pinocchio che si affaccia proprio sulla via - Però dei semafori intelligenti, che fanno scattare il rosso se vai troppo veloce, sarebbero meglio. Con gli autovelox quello che si otterrà è che si rallenta solo nel punto in cui si sa di trovare il rilevatore».
Qualcuno è a favore
Ma tra i cittadini c’è anche chi vede in questi dispositivi l’unico deterrente a una cultura della strada sempre più spericolata. Come Martina Graziano, che lavora all’edicola-tabaccheria di via Paoli, a pochi passi dalle strisce pedonali posizionate di fronte al liceo Paolo Giovio, spesso utilizzate dagli studenti: «Qui le auto vanno davvero troppo veloce e sono un pericolo, ci sono incidenti e quando si attraversa c’è da avere paura». Daniele Frassoldati, che invece lavora al mercato coperto, fa l’esempio della Svizzera: «La presenza di radar e controlli porta tutti a rispettare i limiti di velocità, speriamo lo stesso accada qui».
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