Lingua blu, 14 focolai in provincia. Nessun rischio per l’uomo

L’epidemia Il virus colpisce i ruminanti e si trasmette attraverso la puntura delle zanzare. Limitazioni agli spostamenti dei capi infetti, con il freddo la situazione dovrebbe migliorare

“Blue tongue”, in pochi giorni individuati 14 focolai del virus negli allevamenti ovini del Comasco. L’ultimo bollettino diffuso dall’Istituto zooprofilattico sperimentale segnala nel nostro territorio un numero rilevante di casi di febbre catarrale degli ovini, una patologia di origine virale che si sta diffondendo in tutta la provincia. Occorre anzitutto dare una rassicurazione: non esistono rischi per la salute dell’uomo. Pur entrando in contatto con gli animali colpiti o consumandone le carni o il latte non si può contrarre l’infezione. La “malattia della lingua blu” viene trasmessa attraverso la puntura delle zanzare ai soli ruminanti.

Le restrizioni

Oltre a comportare un rischio di morte per gli animali, questa infezione impone precise restrizioni per ridurre i contagi, in particolare la limitazione della movimentazione degli allevamenti entro i venti chilometri di raggio dai focolai. Dunque ci sono importanti ricadute sul settore agricolo. Come noto nei giorni scorsi diverse fiere e sagre, da Sant’Abbondio alla fiera delle capre di Caslino d’Erba, in vista dei possibili contagi di blue tongue per ragioni di precauzione sono andate in scena senza la consueta esposizione degli animali.

Le segnalazioni

Ciò nonostante in poche settimane questa estate si sono diffuse infezioni di blue tongue in molte aree della Lombardia, adesso soprattutto nel Comasco e nel Lecchese. Più nel dettaglio tra la fine di agosto e la scorsa settimana sono stati confermati dei focolai a Inverigo, Anzano del Parco, Lurate Caccivio, Faloppio, Bulgarograsso, nell’Erbese a Proserpio, Erba, Caslino d’Erba, sul lago a Claino con Osteno, Bene Lario, Porlezza, Alta valle Intelvi. L’ultimo caso in ordine di tempo è stato rilevato a Mariano Comense nella giornata di sabato. Anche a Capiago Intimiano, così risulta sempre dal bollettino, ad agosto si è ammalato un bovino.

La blue tongue come detto è una malattia infettiva virale non contagiosa dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori appartenenti al genere culicoides. Quasi tutte le specie di ruminanti, domestiche e selvatiche, possono essere infettate, ma la gravità dei sintomi è molto variabile. Tra gli animali domestici, gli ovini sono quelli in cui la blue tongue si manifesta nella forma clinicamente più grave. Gli allevatori sono perciò tenuti a segnare all’Ats di competenza sintomi clinici sospetti e dunque inappetenza, febbre alta, abbattimento, ulcere in bocca, lingua cianotica e labbra bluastre, zoppie, difficoltà respiratorie. E’ importante cercare di attuare misure di tutela, con trattamenti insettorepellenti, disinfestazioni, evitare ristagni idrici, la speranza è che l’arrivo dei primi freddi avvicinandosi la stagione autunnale riduca l’azione delle zanzare.

Questa infezione, prima presente nel pavese e già diffusa nella bergamasca, è arrivata forse da Cuneo o dalla Sardegna, ma è complicato risalire alla catena delle infezioni, comunque adesso sta salendo anche verso la Valtellina. Regione e Ats hanno già diramato più circolari con i relativi aggiornamenti e le prescrizioni date al settore zootecnico.

In totale stando al bollettino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale conta 22 casi di blue tongue confermati in Lombardia ad agosto e già 23 nel corrente mese di settembre.

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