Cronaca / Como città
Lunedì 23 Dicembre 2024
«Rilancio di Como solo lavorando uniti».
Il presidente di ComoNext: «Il dialogo c’è già, ora un progetto»
Il dibattito Dopo la lettera di Monteduro, il presidente di Como Next invita le categorie al Tavolo. Pierro (Insubria): «Collaboriamo». Piazza: «A Lecco fattori favorevoli e un unico interlocutore»
Il futuro della città si costruisce se si ha un obiettivo chiaro. Si riassume così la visione del presidente di ComoNext, Enrico Lironi, intervenuto sul tema lanciato dalla lettera aperta inviata da Silvano Monteduro, segretario di Uil Lombardia, alla redazione. L’esempio citato da Monteduro è quello lecchese, nella forma della locomotiva di innovazione e ricerca capeggiata da Politecnico e UniverLecco.
Hub creativo per i giovani
Di treni persi Como ne ha visto passare qualcuno negli ultimi anni, ma il fermento che si respira tra le associazioni di categoria ultimamente fa sperare Lironi, tanto da portarlo a dire che «forse questa è la volta buona».
Per fare cosa? «Vedo all’orizzonte diverse forme associative, di relazioni tra enti e categorie, come sta accadendo tra Como Next e Fondazione Volta - spiega il presidente dell’hub nato nel 2016 - Molti accordi e relazioni sono in atto nel Comasco, credo debbano solo essere migliorati e incanalati verso un unico obiettivo per esprimere al massimo le potenzialità che già ci sono e in passato hanno raggiunto obiettivi. Ora, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione». E per farlo, secondo Lironi, occorre sedersi a un unico tavolo. «Sedersi a un tavolo non è una cosa negativa, anzi, e un tavolo così è stato pensato dalla Camera di Commercio: lì possono sedere istituzioni e associazioni di categoria per cogliere il momento di sintesi di fronte a cui ci troviamo e da cui deve uscire un unico progetto chiaro. Ma attenzione: se ci sono spaccature non funziona».
Il progetto, per Lironi, non può che ruotare intorno ai giovani: «Pensiamo a un hub, con strutture per la ricerca, ma anche per l’aggregazione sociale e lo sport. Dal mio osservatorio vedo che le potenzialità per farlo ci sono, mettiamoci d’accordo, cerchiamo i bandi regionali, quelli europei e quelli di Fondazione Cariplo e teniamo calda la fiammella». Il tavolo, invece, è quello per la competitività e lo sviluppo, lanciato nel 2020, e coordinato da Gloria Bianchi, che anche Monteduro cita nella sua lettera come luogo ideale (anche se da riscoprire) per perseguire quegli stessi obiettivi raggiunti dal territorio lecchese. Anche l’Università dell’Insubria, guidata dalla neo eletta Maria Pierro, ha risposto alla proposta con un convinto«collaboreremo da subito agli obiettivi che mirano al miglioramento della città, affinché sia riconosciuta come città universitaria». «Desideriamo dialogare, come già stiamo facendo, sinergicamente con tutti gli attori del territorio, contribuendo all’arricchimento culturale del territorio con progetti integrati di area medica, giuridica, scientifica ed umanistica» aggiunge Pierro.
«Rete di relazioni fondamentale»
Sono diversi gli ingredienti che permisero a Lecco di inaugurare un campus universitario guidato dal Politecnico (oggi la migliore università italiana) e di far nascere, oggi, la collaborazione tra l’ospedale Valduce-Villa Beretta e l’università per costruire un centro di ricerca fonte di sviluppo per l’intero territorio. «Alla base ci fu l’intuizione di Vico Valassi (ex imprenditore e oggi presidente di UniverLecco, ndr) di creare un campus universitario ma poi subentrarono altri fattori - spiega il sottosegreatorio regionale Mauro Piazza - Il primo è l’immobile che prima era occupato dall’ospedale, il secondo UniverLecco, che riunisce istituzioni e associazioni di categoria e fu l’interlocutore unico e diretto del Politecnico, per realizzare questo progetto. Un luogo, quindi, ma anche relazioni intessute negli anni e la capacità del Politecnico di infrangere la barriera di diffidenza che c’era tra mondo dell’impresa e mondo della ricerca».
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