Lite in Azienda sociale, sindaci dal prefetto. Servizi garantiti ma il clima resta teso

L’incontro Andrea Polichetti chiedeva rassicurazioni sulla continuità delle prestazioni - Al centro del contendere la governance: Como vuole Nicoletta Roperto come presidente

Nessuno dei servizi alle persone erogato dall’Azienda sociale è a rischio. È quanto ha appurato ieri il prefetto Andrea Polichetti che, proprio per la rilevanza del tema, ha convocato i sindaci dei Comuni aderenti.

Il clima “politico” resta invece molto teso. Da una parte Como, che nei mesi scorsi ha sollevato dubbi sulla gestione e, dall’altra, altri Comuni pronti a costituire eventualmente una nuova società. Tra i nodi del contendere ci sono le cariche di presidente e vice, scadute nel 2022, con Como che, avendo il 66%, punta a mettere un suo rappresentante (Nicoletta Roperto) come pure l’ordine del giorno. Como vuole infatti che al primo punto dell’assemblea – fissata per il 6 settembre – ci sia la nuova nomina del presidente mentre in quello attuale, dopo la presa d’atto della delibera della giunta di Como (con le contestazioni) c’è il rinnovo delle cariche di presidente e vice. La nuova nomina è al punto 4.

La preoccupazione

«L’incontro – spiega il sindaco di San Fermo Pierluigi Mascetti, ancora presidente dell’azienda – non è stato risolutore poiché il prefetto ci ha convocato in quanto preoccupato del mantenimento dei servizi alla persona ed è emerso che non c’è alcun rischio di interruzione. Le altre questioni saranno affrontate nell’assemblea del 6 settembre alla quale mi auguro il Comune di Como avrà la bontà di esserci. Abbiamo chiesto la documentazione con la quale parlano di criticità, ma non ci è stata trasmessa». Mascetti aggiunge poi che «il Comune di Como, con l’appoggio di altri quattro Comuni, può scegliere il presidente che vuole. Ma nessuno può essere costretto a stare in un’azienda in cui non conta nulla».

Il sindaco di Cernobbio Matteo Monti, presidente dell’assemblea dei sindaci, usa toni soft: «Invito i colleghi ad avere in testa che gestiamo un servizio sociale e che bisogna risolvere la problematica. Funziona bene con una grande progettualità ed è un punto di riferimento forte, per cui auspico che la si rilanci».

Dal canto suo Rapinese mette i puntini sulle “i”: «Sono abituato alle acque agitate – dice - le so condurre e devo dire che mi piacciono pure. A breve sarà tutto finito e l’azienda avrà una guida salda e potrà partire dagli studi elaborati dal Comune di Como per erogare dei servizi ancora migliori, ma nel perfetto rispetto di tutti gli obblighi. A Como rispetto ai nostri soci di problemi sociali ne abbiamo di tutti i tipi in numeri per loro nemmeno immaginabili ed è uno dei settori che ha subìto il minor numero di polemiche».

Il nodo

Poi chiarisce il nodo che sta creando subbuglio: «C’è una posizione non negoziabile, ovvero che il Comune che ha oltre il 50% delle quote e quasi il 100% dei problemi ottenga la presidenza. Siamo bravi, l’hanno capito tutti e in questo caso il mio presidente indicato, a meno di stravaganti proposte per la vicepresidenza, sarà Nicoletta Roperto, universalmente apprezzata nel sociale».

Se la prende inoltre con Mascetti: «Dice che non gli importava fare il presidente, non capisco quindi come mai, nonostante da ben due anni non dovesse più esserlo, non abbia mollato la cadrega e non si sia preoccupato di dare all’azienda una governance non dico illuminata, ma quantomeno legittima». Ed è perentorio in vista dell’assemblea: «Il prossimo odg deve contenere una sola voce: nomina della governance perché tutto il resto lo può fare solo un governo legittimamente installato».

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