
(Foto di archivio)
Il caso Il Consiglio di Stato respinge la richiesta di sospensiva avanzata dal Palazzo Cernezzi
Nuova puntata della lunga vertenza che da mesi vede Comune e giostrai l’un contro gli altro “armati” dal giorno in cui, poco dopo il suo insediamento, il sindaco Alessandro Rapinese decise lo sfratto del Luna Park. Il Consiglio di Stato ha negato a Palazzo Cernezzi la sospensiva cautelare del provvedimento con cui il Tar, a inizio mese, aveva congelato gli effetti della delibera di giunta che riduceva da 28mila a 12.500 i metri quadrati a disposizione delle giostre, destinandone altri 6mila alla sosta dei mezzi degli addetti ma anche dei clienti. Tradotto in soldoni, significa che l’amministrazione dovrà mettere mano a un nuovo bando, e farlo «entro il 28 febbraio», come specifica Vincenzo La Scala, uno dei rappresentanti degli operatori del Luna Park. Il nuovo bando dovrà per forza rifarsi alle vecchie regole, mettendo cioè a disposizione delle giostre un totale di 28mila metri quadrati, che comprendono il prato su cui vengono montate le attrazioni, il posteggio esterno, in piazza d’Armi, per il banco gastronomico e alcune roulotte, e l’area per i “carriaggi” in via Somigliana. In tutto le attrazioni del Luna park di Como sono 69, cui si aggiungono cinque banchi di gastronomia, per un totale di 56 famiglie e 250 lavoratori coinvolti. Al precedente bando, quello pubblicato a inizio gennaio, non aveva partecipato nessuno, ritenendo i giostrai che lo spazio messo a loro disposizione non fosse sufficiente. «Staremo a vedere - dice La Scala -. Non riesco a immaginare quale altra scusa potrebbe inventarsi il sindaco. e continuo a non comprendere le ragioni di tutto questo astio nei nostri confronti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA