«Il lungolago? Solo una spianata». «No, bel collegamento fra lago e città»

Il dibattito Urbanisti ed esperti di architettura a confronto sulla nuova passeggiata - Tajana: «Idea brillante». Margherita Mojoli: «Progetto pensato e realizzato da più teste»

Tra chi è rimasto affascinato dalla possibilità di tornare ad avvicinarsi all’acqua del lago (e non ha aspettato un minuto più del dovuto per farlo, dopo la riapertura) e chi invece avrebbe preferito una passeggiata diversa da quella che oggi si può percorrere, il nuovo tratto del lungolago, quello più simbolico e centrale, posto di fronte a piazza Cavour, sta già facendo discutere esperti di urbanistica e architettura.

Una sintesi mancata

Ed è inevitabile che sia così se, come sostiene l’urbanista Angelo Monti, quella della ristrutturazione del lungolago di una città è «una scelta epocale. Una di quelle occasioni che capitano una volta ogni cento anni perché è il momento in cui si ridisegna il rapporto di una città con il suo lago e si qualifica storicamente e culturalmente il tessuto urbano della città stessa». Riqualificazione che, secondo Monti, è in questo caso un obiettivo mancato. La pensa come lui la presidente dell’ordine degli architetti di Como, Margherita Mojoli, che addita come fallimento principale l’assenza di una regia complessiva dell’intero progetto, in tutte le sue parti, dalla pavimentazione, agli arredi urbani, al verde, passando per la biglietteria della Navigazione, uno degli aspetti più discussi dell’intera opera. «Purtroppo si evince che, più che un progetto complessivo, c’è stato un progetto suddiviso in più parti realizzate in più tempi e da più teste - considera Mojoli - Negli ultimi due anni non ho mai avuto modo di vedere il progetto, ma ora, osservandone il risultato, si percepisce chiaramente che è mancata la capacità di fare sintesi delle diverse parti della passeggiata».

La biglietteria della Navigazione è al centro delle critiche mosse al lungolago ora che è possibile ammirarlo anche dalla sua parte centrale, aperta alla città da martedì. La struttura, in mattoncini rossi, è stata dotata anche di un gazebo per permettere ai numerosi turisti che ogni giorno attendono di poter prendere il battello di poter fare almeno parte della coda fino alla biglietteria protetti dal sole. «Incoerente con l’estetica del lungolago» è il giudizio che ne dà Daniele Roncoroni, presidente di Famiglia Comasca.

«Bisognava realizzarla in vetro - concorda l’ex assessore Nini Binda - magari con un vetro che cambia colore a seconda della luce e della stagione, invece così sembra che nessuno abbia pensato al progetto nel suo insieme e ora questo cubo stona completamente con il resto. Arrivando dal lago poi non si può non notare la presenza sul tetto della biglietteria spicca una parte dell’impianto dell’aria condizionata».

Le panchine di Parisi

E se il giudizio su alcuni aspetti della passeggiata è invece positivo - come le panchine, realizzate secondo un modello che riproduce il prototipo della seduta disegnata nel 1961 dal designer comasco Ico Parisi - non mancano però anche le raccomandazioni per il futuro.

«Le piante e le fioriere potrebbero cambiare il volto della passeggiata - sottolinea Roncoroni - basti pensare a Bellagio, che è un esempio de seguire. Però il verde richiede grande cura e attenzione, altrimenti anche quello potrebbe essere una delusione».

Ma se di base storica e culturale della nuova passeggiata si parla, c’è anche chi, come l’urbanista Clemente Tajana, dopo aver saggiato di persona la nuova gradinata che da piazza Cavour accompagna verso il lago è rimasto piacevolmente stupito: «È un collegamento diretto tra la città e l’acqua, come una specie di anfiteatro sul lago. Trovo che sia un’idea molto brillante, che spinge i cittadini e i turisti a fare esperienza diretta del lago e che ricorda i paesi antichi del Lario. Ci ricorda tra l’altro che questo punto della città ha una storia perché lì c’era un porto che la gradinata richiama».

© RIPRODUZIONE RISERVATA