Lungolago, ecco la nuova scalinata. Abbattuti sette tigli: «Erano malati»

Il cantiere Ieri l’intervento di una squadra di giardinieri nel tratto verso Sant’Agostino. Attesa per le panchine di Parisi, mentre si delinea la passeggiata davanti a piazza Cavour

Proseguono i lavori alle paratie con la camminata del lungolago che attende di essere completata anche davanti a piazza Cavour. Le autorità regionali, dopo lo stop imposto dall’ultima esondazione, hanno rinviato l’inaugurazione a marzo. Intanto però sta iniziando a prendere forma la nuova scalinata che scende verso il lago. In questi giorni gli operai stanno disponendo i materiali, blocchi di pietra bianca. Dal lato della strada non si nota, le ruspe lavorano ancora al sistema di pompe e tubi e al centro della piazza c’è ancora la pista del ghiaccio. Ma dal lato della biglietteria della Navigazione oltre le ringhiere inizia a delinearsi la scalinata.

È questa una delle ultime finiture da completare prima di aprire anche questo tratto di passeggiata. Sempre in attesa che vengano collocate una cinquantina di panchine prodotte secondo i disegni di Ico Parisi (a inizio mese). Tempi più lunghi per le nuove ringhiere. L’ex passeggiata Zambrotta è invece ormai completamente interessata dai cantieri, lo spiazzo è stato livellato oltre ai pontili 4 e 5 fino all’inizio dei giardini dove, peraltro, sono appena stati demoliti il chiosco e i giochi per l’avvio del prossimo cantiere per la riqualificazione dell’area. Intanto, ieri, verso Sant’Agostino una squadra di giardinieri ha abbattuto sette tigli. Gli addetti hanno spiegato che si trattava di piante malate, ormai cave all’interno. Il doppio filare resiste, ma è sempre meno ricco, gli alberi superstiti sembrano cadenti. Già durante il precedente mandato, effettuati sopralluoghi e valutazioni tecniche, il Comune aveva deciso di abbattere una dozzina piante tigli morenti, ma salvo alcuni tagli la rimozione è rimasta a lungo ferma.

«Quelli segati alla base sembrano in effetti dei tigli disseccati – spiega l’agronomo Angelo Vavassori –, alberi arrivati a fine vita messi in difficoltà dalla mancanza di manutenzioni e dai lavori alle paratie e alla passeggiata. Quindi va bene rimuoverli, però la zona è vincolata e perciò è obbligatorio prevedere una sostituzione con piante di pari importanza. Tante piante sul lungolago stanno soffrendo perché non è stato dato loro sufficiente terreno. Occorre invece dare a questi alberi spazio perché crescano e fioriscano con una prospettiva di lungo periodo, almeno una durata pari a quaranta o cinquant’anni».

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