Lungolago pronto ma le vasche no: servono altri mesi

Como Opere antiesondazione ancora da ultimare, l’assessore Sertori: «Mancano i collegamenti elettrici, mentre per le paratoie occorre che l’acqua si abbassi»

Il lago alto da oltre due mesi sta creando problemi al completamento dal punto di vista tecnologico del cantiere del lungolago. Non inteso come parte superficiale, ma in quella sostanzialmente invisibile che risulta però determinante per risolvere il problema delle esondazioni e dell’acqua che viene “buttata” in strada dai tombini.

Il sistema infatti non è ancora stato collegato e questo significa che le vasche al di sotto della passeggiata (una verso Sant’Agostino e una verso i giardini) non raccolgono l’acqua di pioggia poiché vanno posizionate le paratoie che si aprono quando necessario e inoltre nemmeno le pompe (già posizionate) non sono ancora allacciate alla rete elettrica. In pratica ad oggi il lago non è esondato poiché la passeggiata è stata rialzata di una cinquantina di centimetri rispetto a prima e l’acqua che si vede è quella che fuoriesce dai tombini saturi, ma l’opera effettiva antiesondazione non è funzionante.

Impossibile lavorare

Il nodo, come detto, è legato al lago alto che rende impossibile lavorare. L’assessore regionale agli Enti locali Massimo Sertori spiega infatti che «l’ingresso dell’acqua del lago, in città, a Como, non è riferibile al sormonto del nuovo lungolago ma al rigurgito delle acque che arrivano in piazza Cavour attraverso la rete di drenaggio, in quanto non è stato ancora possibile completare, per i livelli record del lago, le opere di separazione/interclusione delle acque presso il cantiere delle paratie». E aggiunge: «La parte tecnologica in questo momento non è funzionante perché ci sono due questioni da risolvere. La prima riguarda i collegamenti elettrici di competenza di Enel, che abbiamo già sollecitato, mentre la seconda è quella legata alle paratoie delle vasche che, per essere messe, necessitano di avere il livello del lago basso». Secondo l’assessore questo dovrebbe essere il momento più critico e dovrebbe andare poi a scendere. Sui tempi di entrata in funzione effettiva di tutte le componenti tecnologiche Sertori parla di «due-tre mesi» ovviamente variabili in base alla situazione del lago e alla possibilità di lavorare. E proprio «l’ultimazione dei lavori elettro-idraulici, possibile solo con l’abbassamento dei livelli, consentirà di scongiurare gli eventi come quelli verificatisi in queste ore».

Tra l’altro, oltre a pompe e vasche si potranno montare le barriere manuali presenti nelle “scatole” lungo tutto il perimetro della passeggiata. Proprio il lago alto aveva creato ritardi anche in piazza Cavour: le lavorazioni per la scalinata e i bastioni erano infatti incompatibili con un’altezza eccessiva dell’acqua.

Quattro milioni di metri cubi

Da Milano sottolineano come dall’inizio dell’anno nel lago di Como siano entrati oltre 4mila milioni di metri cubi d’acqua a fronte di un ingresso medio storico di 2.400 milioni (il 170% in più della media) e che in 79 anni di regolazione questo è stato il quarto anno più piovoso e nonostante le dighe di Olginate siano praticamente rimaste quasi sempre aperte dal Consorzio da metà maggio oggi, il lago è rimasto a quote sempre superiori a 75 centimetri sullo zero idrometrico.

Sertori precisa inoltre che «quello che stiamo vedendo conferma una volta di più l’utilità del progetto, non solo come rifacimento del lungolago, ma proprio in chiave antiesondazione. Senza il marciapiede e le opere realizzate il lago sarebbe esondato e, a opera ultimata con l’impiantistica elettro-idraulica non si avrà più nemmeno l’acqua che rigurgita dai tombini. I numeri record dell’andamento degli afflussi a lago fanno comprendere che stiamo affrontando e ultimando il cantiere delle paratie in condizioni meteo molto difficili».

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