Magatti: «Sì al vaccino
obbligatorio per i docenti»

C’è anche il sociologo comasco Mauro Magatti tra i firmatari della lettera-appello al presidente Draghi. «Fondamentale per garantire le lezioni in presenza, sono un diritto. Quando parliamo di scuola c’è in gioco il futuro»

Il vaccino obbligatorio per insegnanti e bidelli per garantire a tutti gli alunni di rientrare a lezione. Un lungo elenco di personalità di spicco italiane, accademici, giuristi, giornalisti, filosofi, hanno spedito una lettera al premier Mario Draghi chiedendo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il mondo della scuola. Tra questi c’è anche il sociologo comasco Mauro Magatti, docente alla Cattolica.

A Como poco meno di due insegnanti su dieci non sono vaccinati. «La vaccinazione può essere una scelta privata per un insegnante in pensione, non a contatto con decine e decine di giovani – ragiona Magatti – ma se il rapporto in presenza fa parte del lavoro allora è giusto introdurre un obbligo. Bisogna garantire il diritto allo studio, è fondamentale per il nostro futuro. Pensiamo sempre all’obbligo giuridico, dimenticando che esiste già un obbligo morale. Guardiamo ai diritti, tralasciando i doveri. La libertà cela l’opportunismo di chi vuole godere dei vantaggi di una estesa vaccinazione di massa senza prendere parte alla campagna in corso».

Ancora prof non protetti

Siamo passati dai furbetti che a gennaio e febbraio cercavano di saltare la coda pur di farsi vaccinare, ai cittadini che vogliono godere dell’immunità di gregge senza fare il vaccino in prima persona. Nel frattempo in città i genitori riuniti nel comitato AScuola Como si sono già rivolti formalmente al provveditore Marco Bussetti nell’ipotesi che a settembre serva ripartire con la didattica a distanza negli istituti superiori con meno spazi.

Intanto la Regione punta a immunizzare tutta la fascia da 12 ai 18 anni tra la fine di agosto e metà settembre, le adesioni però tra le famiglie degli adolescenti non decollano. Quanto agli insegnanti resta una quota di non vaccinati, a livello regionale attorno al 20%, nonostante fino a mercoledì i docenti possano fare il vaccino negli hub senza prenotazione in pochissimi si sono auto presentati. Da settembre a giugno tra i docenti comaschi sono stati registrati 246 casi positivi. Non molti, ma occorre pensare che ogni insegnante genera una quantità elevata di quarantene scolastiche, come forma di prevenzione più classi rimangono costrette a casa.

Evitare un altro anno a distanza

«I risultati delle prove Invalsi hanno purtroppo certificato il drammatico arretramento dei livelli di apprendimento – così si legge nella lettera rivolta dai saggi a Draghi - causato dall’emergenza della pandemia in tutta la scuola soprattutto nelle superiori. È indispensabile una legge che condizioni all’avvenuta vaccinazione l’ammissione al lavoro del personale scolastico e la frequenza delle lezioni agli studenti, con la sola eccezione di coloro per i quali ci siano controindicazioni mediche. Per sventare così il rischio di un altro anno funestato dal confinamento a casa di bambini e ragazzi».

«La vaccinazione ci fa comprendere l’inconsistenza della cultura individualistica – conclude Mauro Magatti – decidere per proprio conto è solo un mito, l’uomo decide piuttosto in base a ciò che ha attorno. Il vaccino supera i confini personali e nazionali, serve vaccinare tutto il mondo per evitare la diffusione di nuove varianti».
S. Bac.

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