Cronaca / Como città
Mercoledì 27 Marzo 2024
Maggioranza, primo voto contro: «Nessuno strappo, però...»
Consiglio Casati, titolare della Luisita, rompe l’unanimità dei “rapinesiani”. Disaccordo sui giostrai e via i tavolini dal suo bar: «Ma non parlate di rottura»
Il consigliere di maggioranza Milo Casati vota con le minoranze, ma nega strappi con il gruppo “Rapinese sindaco”. Il titolare della famosa gelateria di via Dottesio, sostenitore della prima ora, candidato e consigliere dell’attuale primo cittadino, ha votato a favore della mozione presentata da Fratelli d’Italia e bocciata dalla maggioranza per chiedere una presa di posizione contro le scritte, apparse sul muro di un edificio pubblico zona San Giuseppe, contro l’associazione Pro vita e famiglia.
Una spaccatura nella maggioranza? «A me sembrava una cosa giusta – taglia corto Casati –, e quindi ho votato a favore, ma tutto il resto è fantasia». Non è una fantasia però un’altra recente presa di posizione di Casati: il consigliere nei giorni scorsi si era pronunciato ufficiosamente a favore dei giostrai del Luna Park. Come noto la manifestazione è stata molto ridimensionata dalla giunta tanto da scatenare le proteste degli storici organizzatori. Questa presa di distanza di Casati rispetto alla linea comune gli è valsa una dura reprimenda - altrettando informale - da parte del sindaco Alessandro Rapinese.
«In effetti non ero d’accordo – ammette Casati – ma alla fine il programma elettorale è quello e dice così e allora ho votato come da programma». Insomma Casati resta allineato. Pare però che il consigliere abbia poco gradito, in qualità di commerciante, la revoca della concessione per i tavolini che aveva messo fuori dalla sua attività in via Dottesio: «Fino a dicembre c’era la proroga – spiega sul punto Casati – Avevamo potuto mettere i tavolini fuori ai tempi del Covid. Poi scaduti i termini della concessione Comune e polizia non mi hanno dato il permesso per il rinnovo perché hanno detto che quelli erano stalli per il carico-scarico. Io non sono certo contento, per me quello era lavoro. Ma se la legge dice così c’è poco da fare e purtroppo li hanno tolti. Questo però, ripeto, non giustifica fantasie o altre ricostruzioni».
Il voto contrario di Casati resta una delle pochissime manifestazioni di contrarietà nel gruppo di maggioranza, sempre compatto. Un gruppo dove quasi mai i consiglieri prendono la parola ed esprimono in aula le loro posizioni. Fatta eccezione per le risposte date dagli assessori per le loro deleghe, a Palazzo Cernezzi parla quasi sempre soltanto il sindaco.
La mozione approvata da Casati è stata bocciata dal sindaco Rapinese perché «allora tutte le minacce di morte vanno condannate, anche quelle che ho ricevuto io e la mia famiglia, se no sembra che ci interessi solo questa. O tutte o nessuna, non questa o quella perché c’è di mezzo un’associazione o l’altra».
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