Le malattie cardiovascolari a Como sono la causa di una morte ogni tre

Salute Tasso di mortalità in costante crescita. Prima contromisura? Maggiori controlli

Le malattie del sistema cardiocircolatorio a Como sono la prima causa di mortalità, comprendono circa il 33% del numero dei decessi all’anno. Prima della pandemia, i tumori erano il nostro primo grande nemico, poi il tasso di martalità delle patologie oncologiche si è via via ridotto. Al contrario il rischio di morte cardiovascolare aumenta ogni anno di qualche punto percentuale. E, secondo gli esperti di Motore Sanità, il 21% dei decessi per malattie cardiovascolari è evitabile.

«Si potrebbero evitare attraverso un semplice controllo della colesterolemia – spiega la direzione scientifica dell’associazione - e molte altre vite potrebbero essere salvate intervenendo in maniera più efficace su quelle persone (circa l’1% della popolazione) interessate dall’ipercolesterolemia genetica che, se non trattate, hanno una prevalenza di mortalità precoce sotto i 50 anni molto alta».

Ieri la società scientifica Motore Sanità ha riunito i massimi esperti in campo medico per cercare di avviare un lavoro a livello regionale e nazionale basato sulla prevenzione. «I benefici possono essere concreti, e misurabili – ha detto il professor Alberico Catapano, presidente della Società per lo studio dell’aterosclerosi - con una riduzione di 15, 20 milligrammi per decilitro di colesterolemia  Ldl (il colesterolo detto “cattivo”) si arriverebbe a una riduzione del 25% circa di eventi cardiovascolari fatali e non fatali nel medio e lungo termine». Basta poco, per fare prevenzione però non bisogna attendere l’arrivo degli acciacchi, raggiunto ormai il traguardo dei settant’anni. Colesterolo e glicemia alta, obesità, diabete, fumo, sono tanti i fattori di rischio dai quali curarsi. «La malattia cardiovascolare è la prima causa di disabilità e mortalità e provoca in Italia il 34% dei decessi totali – ha spiegato Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di cardiologia - dobbiamo trattare la malattia nelle fasi più precoci, possibilmente quando non si è ancora manifestata».

Nel Paese della dieta mediterranea una corretta alimentazione unita ad una sana attività sportiva dovrebbero essere dei pilastri, mentre ormai gli stili di vita nel nostro territorio determinano un rischio cardiovascolare più elevato rispetto ad altre nazioni. «Vero, ma mangiare sano e camminare al mattino non basta – così Mariella Enoc, procuratrice speciale del Valduce – culturalmente il concetto di prevenzione è certo molto ampio ed occorre sostenerlo nel suo insieme. Però non dobbiamo dimenticare l’importanza di eseguire screening, esami e visite. Fare i controlli è fondamentale ed è altrettanto fondamentale che siano fatti bene». Al convegno di ieri a Milano hanno partecipato, tra i tanti, anche molti politici come l’assessore regionale Alessandro Fermi, la consigliera Anna Dotti ed Emanuele Monti, per la commissione Welfare.

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